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2018, AGOSTO AZZURRO - Amichevoli tra alti e bassi, l'avvio di stagione targato Carletto ed il solito fantasma di Cavani

di Gennaro Di Finizio

Il Napoli di Ancelotti prende corpo. Dopo il consueto ritiro di Dimaro, dove gli azzurri portano a casa tre successi in amichevole (Gozzano, Carpi, Chievo), è il momento delle sfide che contano prima dell’inizio del campionato.

Ancelotti sta ancora plasmando la sua squadra, provando a dare un marchio distintivo, senza però abbandonare di punto in bianco l’ottima eredità lasciata da Maurizio Sarri. L’invenzione di Hamsik regista, Allan terzino, Maksimovic largo nella difesa a quattro, 4-3-2-1 o 4-4-2, sono solo alcune delle varianti provate dal neo tecnico azzurro.

Il Napoli, però, alla prima sfida che conta cade fragorosamente: il Liverpool vice campione del mondo asfalta gli azzurri ad Anfield, un 5-0 che rappresenta la prima sconfitta dell’era Ancelotti. Gli azzurri si rifanno a San Gallo, imponendosi contro il Borussia Dortmund per 3-1, stoppandosi poi nuovamente alla Volkswagen Arena contro il Wolfsburg. Ancelotti prova, si affida a giovani con poco spazio alle spalle come Ounas e Rog, in attesa anche di ritrovare tutti i nazionali reduci dal Mondiale.

Il calendario, in sede di sorteggio, non sorride al Napoli. Le prime due sfide contro Lazio e Milan appaiono come un avvio tutt’altro che semplice per la compagine azzurra. Ancelotti, però, adotta le giuste contromisure, ed il Napoli si impone all’esordio in campionato nel segno di Insigne ed il ritrovato Milik che firmano la vittoria all’Olimpico.

Hamsik regista è una delle novità azzurre. Ancelotti conferma il 4-3-3 di Sarri, anche se nel corso della partita la posizione in campo dei giocatori lascia intravedere un singolare 4-4-2 con Insigne seconda punta insieme a Milik. Col Milan Ancelotti conquistata la seconda vittoria azzurra (la prima tra le mura amiche), nel segno di Zielinski (doppietta) e Mertens che nel finale firma il gol partita del 3-2.

IL MERCATO – Con l’arrivo di Ancelotti, il pubblico napoletano viaggia sulle ali della fantasia, sognando l’acquisto del famigerato top player. Dal ritorno di Cavani al sogno Di Maria, passando per i falsi avvistamenti di Vidal ed altri in giro per la città. Alla fine il Napoli mette a segno otto colpi in entrata senza, però, dare lustro al mercato con il famigerato top player. Nomi giovani ed interessanti come Meret dall’Udinese e Fabiàn Ruiz dal Betis, il semi sconosciuto Malcuit dal Lilla, il tanto atteso acquisto di Verdi sfumato a gennaio, l’esperienza tra i pali di Karnezis ed Ospina dall’Arsenal. A partire, invece, sono Reina (scadenza di contratto) e Jorginho, che raggiunge la corte di Sarri approdato al Chelsea di Abramovich. Tanti, poi, partono in prestito, come Inglese, Ciciretti, Sepe e Grassi al Parma, Machach al Carpi. Lasciano Napoli, dopo diverse stagioni di onorato servizio, anche i vari Maggio, Giaccherini, Tonelli e Rafael.


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