Bar azzurro - Ancelotti, Sarri e un dilemma shakespeariano: che sia la volta giusta per ADL?
Habemus Papam? Pare proprio di sì. La relazione aperta tra De Laurentiis ed Ancelotti si è da qualche ora trasformata in un fidanzamento ufficiale. Una nuova era è all’orizzonte, visto che è arrivato anche l'annuncio. L’era di Carlo. Diciamo pure, che dei punti a favore, ce li ha il nuovo condottiero: innanzitutto è un vincente seriale (tanto per parafrasare un suo collega), e poi, cosa non meno importante, è nota la sua antipatia per Torino e la Juventus. Ma ciò che impensierisce i miei amici del bar è tutt’altra cosa. Clausola o non clausola, questo è il problema. Pare lo sia stato e molto per Maurizio Sarri, probabilmente già su un volo per la Russia, lo è diventato per i tifosi, convinti della validità del ragionamento del tecnico, che sosteneva di temere di perdere calciatori di spessore, e di non poterli, a causa proprio di questo meccanismo, sostituire adeguatamente.
Il dilemma Shakespeariano si sta prepotentemente insinuando tra le nostre colazioni e i nostri aperitivi. Qui, infatti, si è verificata una vera e propria scissione o divisione di tavoli, e non in senso lato, ma proprio materiale. Succede anche questo! C’è il tavolo dei sostenitori di De Laurentiis, capeggiati dal caro Antonio, e quello dell’avvocato che si schiera con l’ormai ex allenatore. “Sono scuse, non gli importava niente della clausola, né di continuare il progetto. Stava aspettando solo la chiamata di un grande club. E pure i giocatori si guardano intorno, il presidente, invece, sta sempre qua”, urla infervorato Antonio. “Ha fatto bene ad andare via, il presidente non ha assecondato le sue richieste. È ovvio che abbia chiesto delle rassicurazioni dopo l’esperienza di quest’anno. Non si può continuare a sfiorare un risultato importante e perderlo perché non si agisce sul mercato quando è il momento di farlo. Anche i calciatori sono stanchi di questa situazione, per questo se ne vanno. Bisogna farsi delle domande se persino Hamsik sta pensando di cambiare aria”, ha ribattuto con lo stesso ardore l’avvocato. Storia vecchia, ormai.
Sarri è andato e perdonateci se ancora lo sentiamo così tanto presente. Ogni grande amore, in fondo, richiede del tempo per essere dimenticato. Poi c’è Hamsik, che dice di voler provare cose nuove e che è l’emblema di questo ciclo che si chiude. Ammetto che questa situazione di precarietà ci disorienta: quello che si va delineando è uno scenario inedito. Un Napoli senza Reina, un leader dentro e fuori dal campo, probabilmente senza Koulibaly, l’eroe della notte azzurra allo Stadium, Jorginho, cuore del centrocampo, e soprattutto lui, Marekiaro, il nostro capitano, quel ragazzo silenzioso ed educato che, negli anni, è diventato uno di noi. Sarà per questo che, da un po' di tempo, qui al bar, si consumano litri di caffè. Sarà per questo che siamo più agitati. Ma, nonostante tutto, i dubbi e le incertezze, anche noi del bar azzurro, abbiamo voluto rendere omaggio a questa meravigliosa squadra. Perché è stato un anno fantastico, in cui gli uomini di Sarri, hanno espresso il gioco più bello che si sia visto da queste parti, perché tutti insieme, tifosi e calciatori, dovevamo stringerci in un abbraccio ideale, in quella che è e sarà sempre casa nostra: il san Paolo. Quindi tutti allo stadio, per godere, per l’ultima volta, di questo meraviglioso Napoli.
Ma, come sempre, il vero spettacolo si è verificato sugli spalti. Mai visto un pubblico come il nostro. Mai visto tanto amore, tanto calore, un senso di appartenenza così forte, come se Napoli e il napoli fossero due anime imprescindibilmente unite. Dovevamo dire “ciao”, ad un altro dei nostri che purtroppo se ne va, Christian Maggio. Uno che ha sempre onorato la maglia, che non si è mai fatto sfuggire una parola fuori posto, nonostante le numerose panchine. Ancora un saluto a Reina, a cui abbiamo voluto bene e a lui, Maurizio Sarri, l’artefice dei nostri sogni, quello che più di tutti ci ha fatto intravedere la strada di quel mondo dove le cose sono possibili, dove a vincere non è il più potente, non è il più ricco, ma è quello che gioca meglio. Ci abbiamo creduto ed è stato bellissimo. Sarà dura non godere più della grande bellezza del gioco del tecnico toscano. Certamente la nostra visione romantica del calcio, si scontra con la dura verità. Degli interessi, del denaro. Ma al cuor non si comanda e, sebbene tante partenze ci dispiacciono, attendiamo agosto con ansia spasmodica. Da calciofoli e caffeinomani (un mix pericolosissimo), a distanza di pochi giorni dalla fine del campionato, monta già la crisi d’astinenza da weekand pallonaro. E al fischio d’inizio, saremo ancora lì a tifare, per i nuovi o per i vecchi, perché, sopra ogni cosa, restano la passione e l’amore per la nostra maglia. Quindi, anche se un’estate bollente si sta affacciando, anche se il calciomercato ci farà impazzire, cari amici, state senza pensieri. Ci pensa Carlo, l’uomo dal sopracciglio impertinente, quello abituato a sollevare le coppe. E chissà, che stavolta, non sia quella giusta.
Fatima Parente