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DIMARO DI BORDO - L'esordio del nuovo modulo, novità assoluta sui corner: difesa inedita e Hamsik come Cavani

di Fabio Tarantino
Fonte: dal nostro inviato a Dimaro-Folgarida, Fabio Tarantino

(di Fabio Tarantino) - Il Napoli respira, vive, è appena nato e sta già crescendo. Assume le sembianze del papà, quell'Ancelotti allenatore e uomo, personaggio umile, allegro e divertito quando i suoi cantano in albergo, durante la cena, tra una seduta e l'altra. Il calcio non è solo pallone ed erbetta. Ma il campo è uno strumento per arrivare al risultato. Tutto nasce da lì. Sono già diversi gli spunti, le novità, le differenze che creano un solco col passato, una linea di confine con ciò che è stato, del Napoli, e con ciò che diverrà, a brevissimo. La percezione del cambiamento è nitida, ma va letta tra esercitazioni e partitelle a ritmi intensi. 

- Cos'è un modulo, disse Ancelotti. Sono dei numeri e però anche delle linee che si formano in campo, ben visibili ad occhio nudo. Tutti, giovedì pomeriggio, si sono accorti del 4-4-2, varato per la prima volta in partitella. La mediana era composta da Diawara e Fabian, interpreti complementari. Ai lati Verdi e Ounas, in attacco Vinicius e Roberto Insigne. Di contro 4-3-3 con Rog e Allan ai lati di Hamsik. Due moduli a confronto, volendo anche tre dato che il 4-2-3-1 compare quando Fabian, che è stato provato soprattutto come mezzala, avanza di qualche metro per intercettar palla con le sue leve lunghe (un metro e novanta di talento cristallino) e per proporsi in avanti, affiancandosi alle tante mezze punte che scorteranno Milik.

- Cambia la reazione difensiva ai calci d'angolo: il Napoli di Sarri marcava a zona in assenza di interpreti alti (oltre ai centrali e pochi altri), quello di Ancelotti adotterà una "difesa mista" con tre calciatori quasi al limite dell'area, altri cinque a creare densità in area piccola e due fuori area per ripartire subito in contropiede. Hamsik si trasforma nel Cavani di Mazzarri: occupa lo spazio del primo palo, per spizzare eventualmente la palla, allontanando il pericolo. Ad ogni interprete i propri compiti: dalla bandierina Callejon, Insigne, Ciciretti, Verdi e il giovane Gaetano. I tre "ad uomo" - ma solo in esercitazione, dato che in amichevole si sono comportati a zona - sono Verdi, Diawara e Rog (poi sostituiti da Allan, Grassi e Fabian). Fuori area c'è sempre Insigne, a lui il compito di architettare le ripartenze. Rog, in fase attiva, resterà fuori area per impedire le ripartenze col suo dinamismo. 

- Ancelotti ha grande fiducia nel suo staff, nel figlio Davide (il vice) e tutti gli altri. Spesso capita che siano loro a partire con gli allenamenti, con Ancelotti che subentra dopo, con calma, accolto dal pubblico. Davide parla con tutti i calciatori, spiega ad ognuno di loro esercitazioni e movimenti, funge da portavoce efficace e diretto. Come per Sarri, l'empatia tra i membri di uno staff è fondamentale per lavorare insieme, ottimizzando tempo e risorse. 

- In attesa di Milik, Ancelotti sta apprezzando i movimenti di Inglese, la sua stazza fisica, la bravura nello stacco di testa, il mancino educato e quel senso di gol innato, anche in partitella. Già diverse le reti ma colpisce, di Inglese, l'umiltà che si traduce in impegno, dedizione, sacrificio. Il ritiro è anche una chance ma non tutti lo capiscono: lui sì. Sarà una bella scoperta, in attesa di un futuro ancora da definire. 


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