La storia siete voi: il terzino dimenticato, Giovanni Francini
I tifosi del Napoli più giovani ricordano Ciro Ferrara sulla fascia destra del Napoli prima e della Juventus poi perché era un giocatore unico e formidabile ma ci siamo mai chiesti veramente chi giocasse su quell'altro lato del campo? No perché c'era un ragazzino che correva come un pazzo perché adorava quella maglia azzurra con cui ha passato 7 anni magnifici ma che troppo spesso è stato oscurato da gente indubbiamente più forte, stiamo parlando di Giovanni Francini.
Francini nasce a Massa nel 1963 e muove i primi passi nella primavera del Torino con cui a 17 anni esordisce in Serie A prima di passare in prestito alla Reggiana dove si afferma grazie alle sue immense qualità atletiche e morali così l'anno dopo torna in Piemonte dove resta altri 4 anni per difendere i colori granata.
Bianchi si innamora di lui e così il presidente Ferlaino "cacc 'e sord" perché il ragazzo costa: quasi 6 miliardi per strapparlo alla concorrenza della Roma.
Francini arriva quindi nel 1987, l'anno dei sogni, ed esordisce a Cesena il 13 settembre, 0-1 per noi ed una grande prestazione per Giovanni perché solo di buone prestazioni possiamo parlare visto che Francini era il classico giocatore perfetto per il fantacalcio: non prendeva mai meno di 6, anzi, correva tantissimo, dava tutto per la maglia e più di una volta si é tolto lo sfizio del goal. Aveva una tranquillità d'animo ed una sicurezza di se che gli permettevano di fare sempre, sempre, la cosa giusta.
Dall'altro lato ha un terzino di spinta, lui si adegua e così si avventura in attacco solo quando è sicuro che dietro ci sia qualcuno pronto a coprire in caso di necessità, era un ragioniere.
Dopo i 7 anni napoletani, passati per Careca, Maradona, Zola, Blanc, Taglialatela, andrà in Lombardia, a Brescia, dove terminerà la carriera a soli 32 anni, in Serie B.
Il nostro racconto è cominciato parlando di un altro, di Ciro Ferrara, perché è proprio così tutta la carriera di Francini, passata a guardare i giornalisti che parlano di altri. È così quando nasci nell'epoca dei Cabrini, dei Gentile, dei Bergomi: puoi essere forte quanto vuoi ma in nazionale non ci giochi perché quelli sono giocatori irripetibili e la gente si innamora di loro.
Azeglio Vicini però ci tiene a Francini, ci ha vinto un argento agli europei U21 nel 1986 e così lo tiene sempre in considerazione, soprattutto quando Cabrini si ritira.
Gioca 8 partite in nazionale perché poi si incomincia a parlare di un altro, un ragazzino dagli occhi chiari che con la maglia rossonera sta facendo il diavolo. Era Paolo Maldini.
Francini si mette l'anima in pace e capisce che la sua unica maglia azzurra è quella partenopea, quella che gli ha regalato uno scudetto, una Supercoppa ed una Coppa UEFA, quella che gli ha permesso di giocare con il più grande di tutti e di entrare nella storia di una città. Napoli non dimentica, chi ama non dimentica chi ha fatto onore a questa maglia.