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La storia siete voi: la vita in salita di Andrea Carnevale

di Leonardo Ciccarelli

Come tutti sanno il 1987 è l’anno che ha reso Napoli la città dello scudetto oltre che della pizza, dell’amore e del mandolino, in quell’anno uscì un film storico che presentava la colonna sonora di quegli anni: “Quel ragazzo della Curva B”. Il film di Scandariato con Nino D’Angelo come protagonista che aveva portato sulle scene un giovane e semi-sconosciuto Biagio Izzo aveva anche quattro nomi legati a quello scudetto: l’allenatore dei sogni Ottavio Bianchi, i pilastri Bruscolotti e Giordano, Pietro Puzone (che quell’anno non timbrò nemmeno una presenza) ed Andrea Carnevale.
Carnevale è un attaccante molto particolare, dal carattere difficile e dal talento cristallino, è rimasto confinato in Serie C fino a quando una bandiera del Napoli, all’epoca all’Avellino, non ci vede qualcosa di speciale, era Luis Vinicio. ‘O Lion lo catapulta nel calcio dei grandi e lui non delude a 18 anni nella massima serie.
Fino ad allora il cammino era stato lastricato dai problemi familiari. Il profetico cognome continuava a fargli brutti scherzi, scherzi sadici e terribili: il padre uccide la madre e va in galera lasciando i 7 figli in balia di se stessi. 5 anni dopo esce e si suicida, Andrea è un ragazzo distrutto e comincia ad avere problemi caratteriali che ne minano la carriera.
L’arrivo al Napoli dopo gli anni in giro per l’Italia è una di quelle cose che cambiano la vita di una persona, allenarsi con gente del calibro di Bagni, Maradona e Careca non è roba da poco ma Carnevale si impone al meglio risultando uno dei calciatori più amati perché pur nettamente inferiore al magico tridente composto anche da Giordano si è sempre distinto per carattere e disponibilità. Suo è anche il goal che da lo scudetto agli azzurri, in quel bellissimo 10 maggio 1987, in quello storico Napoli-Fiorentina finito 1-1. Poi la gioia, la Coppa Italia, la Coppa Uefa e il secondo scudetto, poi più niente. Una lenta discesa all’inferno.
Nel mondiale di casa nel ’90 nei piani di Azeglio Vicini è lui la punta titolare da affiancare a Vialli ma il percorso di Carnevale dura solo due partite: viene sostituito tutte e due le volte da Totò Schillaci, la seconda volta mentre torna in panchina rivolge un plateale “Vaffa” all’allenatore ed allora Andrea Carnevale scompare dal radar di Vicini. Non toccherà più il verde rettangolo di gioco, mentre Schillaci cominciò a distruggere a suon di goal tutto quello che gli capitava a tiro.
Dopo Napoli torna ad Udine, sua attuale casa, poi Pescara, infine Roma, dove viene fermato nel 1991 per doping, il primo grande caso di doping in Italia.
Nel 2002 il tracollo totale: Carnevale viene arrestato per detenzione e spaccio di Cocaina. Come molti di quel Napoli il demone della polverina bianca si era impossessato di un uomo molto complicato tanto sfortunato ma che ha grande forza d’animo. Esce da quella storia, si candida con poco successo al Parlamento Europeo nelle liste dell’Udeur ed entra nel progetto più bello del panorama calcistico nazionale: l’Udinese di Pozzo.
Sono quasi 10 anni che Carnevale va in giro per il mondo a scovare giovani talenti da regalare all’universo calcistico che lo ha reso grande. Non sto qui ad elencare tutti i calciatori che devono al suo occhio di falco la carriera quanto lui la deve a Vinicio perché altrimenti l’articolo non finirebbe mai, vi basterà sapere che tutto si è concluso per il meglio e che oggi il nostro campione vive felice in Friuli con la sua famiglia. Chi ama non dimentica, soprattutto coloro i quali hanno un conto in sospeso con la Fortuna. Grazie Andrea.

Nelle puntate precedenti:

Giorgio Ascarelli

Bruno Pesaola

Diego Armando Maradona

Faustinho Canè

Beppe Bruscolotti

Careca

Salvatore Carmando

Attila Sallustro

Hasse Jeppson

Dino Zoff

Roberto "Pampa" Sosa

Moreno Ferrario

Gianni Improta

Giorgio Braglia

Francesco Montervino

Antonio Juliano

Stefan Scwoch

William Poths

Luciano Castellini

 


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