La storia siete voi: Nando De Napoli, Rambo
C’è chi i sogni li insegue, li bracca, li marca. C’è chi i sogni li vuole conquistare nonostante tutte le avversità che la vita gli pone sul proprio cammino. C’è chi i sogni li realizza ed è la cosa più importante, perché che tu voglia fare l’astronauta, il mago, il panettiere o il benzinaio la cosa veramente importante è che l’obiettivo che ti prefiggi alla fine lo agguanti. Sui monti dell’Irpinia c’era un ragazzino che voleva fare il calciatore e nel post terremoto giocava in piazza con gli amici ed un Super Santos: parliamo di Fernando De Napoli, per gli amici Nando, per tutti “Rambo”.
Comincia a calciar palloni a Mercogliano, nel Mirgia, prima di passare al Rimini allenato da Arrigo Sacchi in prestito dall’Avellino che lo aveva notato e messo sotto contratto.
Dopo un anno nella squadra della riviera romagnola torna all’ovile. Con i lupetti è amore vero, lui è un irpino puro, è tifoso dell’Avellino e sempre lo sarà, nonostante il passaggio nei rivali del Napoli.
De Napoli arriva in città dopo 3 stagioni all’Avellino e la convocazione al Mondiale Messicano vinto da Diego Armando Maradona in cui Nando fu protagonista, dove negli allenamenti sbalordì tutti.
Il centrocampo composto da De Napoli e Bagni in maglia azzurra è una diga insormontabile. Bagni univa una grinta unica a dei piedi sopraffini per essere un mediano, Rambo lo completava con dei polmoni grandi quanto mongolfiere, un tiro da fuori imparabile ed una marcatura ad uomo insuperabile. A differenza di Bagni inoltre De Napoli era sempre precisissimo caratterialmente parlando e ciò che diceva l’allenatore per lui era legge. Il più grande dei soldati.
Napoli è il sogno, la glorificazione. Ferlaino lo acquista per circa 6 miliardi di lire e lui ripaga ogni centesimo speso portando a casa, da protagonista, 2 scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa ed una Coppa UEFa. È un leader silenzioso che detta legge grazie all’esempio.
Dopo 6 anni vuole cambiare aria, il Milan di Berlusconi gli piace parecchio e si dice che forse, il Berlusca, lo abbia preso solo per togliere il calciatore ad una tanto agguerrita concorrente.
I risultati forse pendono a favore di questa ipotesi perché in due anni gioca appena 9 partite ma vince tutto: altri due scudetti, altre due supercoppe, una supercoppa europea ed una Champions League vinta sul Barcellona di Romario, Guardiola e Cruijff.
A Milano sta male. Lui non vuole vincere tanto per avere la bacheca piena. Lui vuole sentirsi utile, vuole sentirsi importante, così va alla Reggiana per gli ultimi 3 anni di carriera e non andrà più via.
Resterà a Reggio Emilia fino al 2005 come team manager, sempre pensando ad Avellino, sempre pensando a Napoli. Se ci dovesse essere un simbolo di una Campania unita contro le avversità e contro le becere rivalità questo simbolo potrebbe essere proprio Nando De Napoli. Chi ama non dimentica, grazie di tutto Rambo.