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FIGC, oggi la modifica dello Statuto. Gravina: "Dalla Serie A richieste irragionevoli"

di Pierpaolo Matrone

Il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha tenuto un lungo discorso introduttivo nel giorno dell'Assemblea che porterà alla modifica dello Statuto. Di seguito le sue parole: “È un grande onore condividere un momento così importante per la nostra associazione. Tutti voi rappresentate una delle realtà più positive del nostro il paese, il calcio è un elemento fondamentale per l’Italia. Non dobbiamo dimenticare che parliamo di un settore con un impatto eccezionale sulla collettività. Il calcio è gioia in qualsiasi categoria e per affrontare le prossime sfide che ci aspettano abbiamo ritenuto giusto adattare il nostro statuto al fine di aver un altro equilibrio elettorale. Non possiamo prescindere da rispetto e responsabilità, devono essere il comune denominatore per avere la democrazia. In questa sede si esalta il principio democratico e si rinnova il nostro stare insieme. Ognuno è chiamato a esprimere il proprio parere, non ci può essere democrazia senza il vostro parere. Altrimenti c’è un tentativo di prevaricazione del più forte sul più debole, io rifiuto qualsiasi atto del genere. Starò sempre dalla parte di chi vuole spiegarsi. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a riunioni ufficiali e non nelle quali il linguaggio e i concetti espressi non si sono ispirati al fair play. È avvenuto di peggio, un avversario è diventato bersaglio di infamie e dossieraggi ma diamo tempo al tempo, le autorità competenti se ne occuperanno. Mi vergogno per chi si comporta così. Non vivono su principi di comunicazione aperta".

Poi Gravina ha aggiunto: "La nostra identità e comprensione crescono e si arricchiscono solo nel confronto rispettoso dell’altro. Chi rispetta l’altro agisce in buona fede, sapendo che il calcio non appartiene a nessun presidente di club, di lega o della Federazione. Il calcio è passione e non si può ridurre a una mera lotta di potere. Responsabilità significa rispettare le autorità perché il calcio è il primo collante sociale del nostro paese. Il riconoscimento dell’autonomia ha un profondo valore giuridico e sociale, è uno dei principi fondamentale che regola il mondo dello sport. Questo principio porta a una maggiore responsabilizzazione dei protagonisti, così da poter organizzare l’attività sportiva in maniera indipendente evitando l’intervento di autorità esterne. Il presidente Mattarella ha ricordato che la democrazia richiede un dialogo costante tra le istituzioni. Quando le istituzioni si rispettano possono cooperare senza intromissioni, seguendo i propri principi. Ci deve essere rispetto tra il mondo della politica e il mondo dello sport. Stessa cosa tra CONI e Federazioni, tra Federazioni e leghe. Ricordate come FIFA e UEFA hanno dovuto richiamare l’Italia al rispetto di questa indipendenza".

Gravina ha poi attaccato duramente la Lega Serie A: "La prima frattura è stata creata all’interno del mondo del calcio, queste voragini hanno distolto l’attenzione da quelle che sono le reali necessità del mondo del calcio. Abbiamo raccolto le richieste della Lega Serie A fatte esclusivamente per un esercizio matematico, per avere qualche delegato in più. La stessa tenacia l’avrei richiesta per altri temi centrali, la tax credit e le sponsorizzazioni dal mondo del betting da investire per le infrastrutture e il rinnovamento, queste sono le problematiche su cui bisogna lavorare. Su questo deve intervenire con urgenza il mondo della politica. Ho accolto le istanze provenienti dalla componente più rivelante, ma di fronte a qualsiasi apertura è stato sempre richiesto qualcosa in più, andando anche oltre il ragionevole al fine di mortificare l’altro. Autonomia significa rispettare i ruoli e le regole, bene abbiamo fatto a metterci subito in cammino. Bisogna ricordare che serve l’equilibrio tra due componenti principali, la partecipazione e l’introito economico proveniente dallo spettacolo del calcio. Bisogna trasformare l’agonismo in spettacolo per produrre ricchezza e sviluppo, richiede un’organizzazione con alta specializzazione. Serve il giusto equilibrio tra professionisti e volontari. Qualsiasi sovranità di una delle componenti comporta a una riduzione per un altro componente. Una piramide dove i pochi finiscono a prevalere sui tanti non è un sistema credibile.

QUESTE SONO LE PROPOSTE

1 - Riconoscimento ad ogni Lega della piena autonomia nella organizzazione delle proprie competizioni. È da leggersi in tal senso la modifica dell’art. 9 dello Statuto. Rientra in questa autonomia organizzativa, la formazione delle classifiche e dunque la scelta della classifica avulsa in luogo degli spareggi o eventuali playoff-playout da disputarsi all’interno della stessa categoria. È evidente come rimanga una prerogativa del Consiglio Federale il compito di deliberare sull’ordinamento dei campionati, d’intesa con le Leghe interessate e sentite le componenti tecniche, così come previsto dell’art. 27 terzo comma dello Statuto. Allo stesso modo resta in capo alla Federazione - e non potrebbe essere altrimenti - l’esercizio delle funzioni pubblicistiche ad essa demandate dalla legge o dallo Statuto del CONI in materia di ammissione ai campionati (si pensi in tal senso all’articolo 13 comma 10 bis del d.l. 36/2021 già art. 12 della legge 91 del 1981- ed in materia di tesseramenti).

2 - Riconoscimento in capo alla Lega di A della cosiddetta “intesa forte” relativamente a tutte le norme che la riguardano. In tal senso, la proposta prevede l’introduzione dei commi 3 bis e 3 ter all’art. 27 dello Statuto. Come più volte affermato dalla Corte Costituzionale, lo strumento dell’intesa costituisce una delle possibili forme di attuazione del principio di ‘leale collaborazione’ e si sostanzia in una paritaria codeterminazione del contenuto dell’atto sottoposto a intesa. Dunque, la Federazione non potrà adottare alcuna delibera riferita alla Lega di A senza l’assenso della stessa Lega. Con riferimento invece alle delibere annuali obbligatorie - si pensi alle licenze nazionali o ai termini di tesseramento degli extracomunitari che vanno individuati per ogni stagione sportiva, dove non si può correre il rischio della cosiddetta “intesa paralizzante” - la proposta prevede l’introduzione di un meccanismo di salvaguardia per effetto del quale si chiarisce che, in caso di mancata intesa, rimane in vigore la formulazione già approvata per la stagione precedente. Relativamente a tale modifica statutaria, mi preme sottolineare come la stessa non sia stata sollecitata da alcuna norma statale e recepisca esclusivamente quanto richiesto dalla Lega di A in ben due documenti del 2022 e del 2024. Leggo testualmente il “documento di indirizzo” dal titolo “Riformare il calcio italiano” trasmesso dalla Lega di A alla Federazione in data 13 febbraio 2024: “introdurre lo strumento della cosiddetta Intesa Forte per cui le decisioni che riguardano direttamente la
Serie A possono essere adottate dal consiglio solo con il parere favorevole della LNPA (per esempio licenze nazionali)”. Ebbene, la proposta di modifica statutaria che oggi propongo all’Assemblea recepisce completamente la richiesta avanzata dalla Lega di A a febbraio. Un’ultima considerazione: la proposta di modifica statutaria, come delineata con “autonomia organizzativa” e riconoscimento del “diritto di intesa”, attribuisce alla Lega di A un’autonomia ben maggiore
rispetto a quella individuata nel più volte richiamato “modello Premier League”. Infatti in Inghilterra la Federazione ha il “diritto di veto” anche sull’elezione degli organi direttivi della Lega e questi ultimi devono essere totalmente indipendenti.

3 - Rimodulazione della rappresentanza delle Leghe professionistiche sia in Assemblea che in Consiglio Federale. Premetto che si deve essere consapevoli che il 34% dei voti assembleari e gli 8 consiglieri federali su 20 (perché il ventunesimo spetta al presidente federale) attribuiti nel vigente statuto al mondo professionistico rappresentino un riconoscimento ben maggiore rispetto all’attenzione riservata allo stesso mondo professionistico nei principali paesi europei. In particolare: Inghilterra: 13,9 % di voti assembleari e 2 consiglieri su 10; Spagna: 14,4 % di voti assembleari e 2 consiglieri su 13; Germania: 28,2% di voti assembleari e 4 consiglieri su 15. Di contro, il peso riconosciuto al mondo dilettantistico è pari a: 66,9% in Inghilterra; 43,2% in Spagna; 53,4 % in Germania. Pur a fronte di tali dati, si è ritenuto, all’art. 20 e 26, di attribuire alla componente professionistica il 36% dei voti assembleari ed un numero di consiglieri federali che passa da 7 a 8, rendendola così maggioritaria rispetto alla componente dilettantistica che rimane al 34%. Rimangono rispettivamente al 20% e al 10% calciatori e allenatori, così come previsto dal legislatore con il quinto comma dell’art. 16 del d.l. 242/1999. Quanto all’area dilettantistica ribadisco che è assolutamente fondamentale per la stessa esistenza del nostro movimento e che rappresenta l’espressione più diretta dell’art 33 della nostra Costituzione. Senza dilettantismo non c’è art. 33 della Costituzione! All’interno dell’area professionistica viene riconosciuto il ruolo di guida e di motore, anche economico, alla Lega di A con l’attribuzione del 18% dei voti assembleari, dunque il 50% di quelli previsti per l’area professionistica, e 4 consiglieri federali pari alla metà dei consiglieri riconosciuti a tale area. Alla Lega B vengono riconosciuti 2 consiglieri federali e il 6% dei voti assembleari. Alla Lega Pro vengono attribuiti 2 consiglieri federali ed il 12% dei voti assembleari. La Lega Pro, che si sacrifica in un’ottica di sistema, di certo continuerà ad essere un riferimento nella crescita dei giovani, penso ad esempio al cosiddetto “progetto Zola”, ed in tal senso troverà pieno sostegno nelle politiche federali.

4 - Rivisitazione del ruolo dell’AIA. In virtù della modifica dell’art. 32 dello Statuto gli viene riconosciuta una maggiore indipendenza, che - cito testualmente - è “gestionale” e “tecnica”. A fronte dell’eliminazione del voto assembleare e del voto in consiglio federale che ritengo poco si addica a chi è
arbitro e come tale imparziale e non di parte, viene riconosciuta all’AIA una vera e propria autonomia, con la capacità di autodeterminarsi nella ricerca di maggiori risorse. Deve leggersi così la presenza di diritto del presidente dell’AIA in Consiglio Federale. Sono queste le regole per creare un nuovo equilibrio
all’interno della nostra Federazione. Ben consapevole però che alle norme deve seguire la correttezza dei comportamenti di tutti i protagonisti del mondo del
calcio. Perché è su questi che saremo giudicati e di questi, prima ancora che sui risultati politici e sportivi, dovremo rendere conto a tutti i tesserati e all’opinione pubblica. Oggi è il giorno per inviare un segnale chiaro. Oggi è il giorno per decidere il vostro futuro, decidendo quale strada deve percorrere la Federazione Italiana Giuoco Calcio. Oggi avete l’occasione per dimostrare di non aver paura del cambiamento. Oggi siete voi, solo voi, i padroni del vostro del destino.


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