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C'è poco oltre 'palla a Lukaku': i problemi del Napoli nascono (anche) dalla costruzione

di Davide Baratto

Una grande premessa iniziale: l’oggetto non è “Il Napoli si affida poco alla costruzione diretta”, è sotto gli occhi di tutti che la squadra di Conte cerchi il prima possibile il passaggio in avanti e lo dimostra il dato sulle verticalizzazioni (primi in Serie A con 12.6 verticalizzazioni p90). Il focus è sul fatto che gli azzurri vanno in grande affanno quando provano a iniziare l’azione nella propria metà campo, aspetto tattico imprescindibile in alcuni momenti della partita seppur si preferisca subito la palla su Lukaku o chi per lui. Quindi il discorso non è “Il Napoli costruisce poco da dietro”, ma che non riesce a farlo nel momento in cui il match lo richiede, che sia per il parziale o per l’avversario davanti a sé (come l'Atalanta, la squadra in A che vince più duelli nella metà campo avversaria, 34.00 p90).

Il grafico a barre a fine articolo, dimostra come il Napoli sia la quarta peggior squadra della Serie A per palle perse nella propria metà campo. Soprattutto, è indicativo come di peggio abbiano fatto solo Venezia, Empoli e Monza, mentre le formazioni dal secondo al settimo posto in campionato (più la Roma) si trovino tutte in fondo a questa particolare classifica. Se questo in parte è attribuibile al cambio di assetto in costruzione, passato dal 3+2 delle prime gare al 4+2 visto dal match contro Juventus in poi, è anche vero che non può essere l’unica causa. 

Ciò che sicuramente ha spostato maggiormente gli equilibri, è l’aver perso un giocatore come Zielinski in favore di McTominay. Sia chiaro, non si parla di valore assoluto, ma sono due calciatori con caratteristiche completamente diverse. Come evidenzia il grafico a ragno qui sotto, lo scozzese ha numeri incredibili per quanto riguarda l’ultimo terzo di campo e si fa valere anche dal punto di vista difensivo, ma la sua “ragnatela” viene completamente oscurata da quella del polacco in quanto ai passaggi ed al coinvolgimento nella manovra. Non a caso, con il play schermato Conte chiede spesso ad uno tra Politano e Kvaratskhelia di abbassarsi per aiutare l’uscita in Zona 1 e Zona 2: è soprattutto il numero 21 azzurro il regista aggiunto, avendo lui quasi il doppio dei tocchi di McTominay in area e trequarti difensive (rispettivamente 1.20 e 7.83 contro 0.65 e 4.52 p90). Questo non si traduce in “incapacità” dello scozzese (a dirla tutta il più incisivo nel Napoli fin qui), piuttosto lo si vuole sfruttare nella metà campo avversaria dove è devastante, e infatti lo abbiamo visto persino al fianco di Lukaku talvolta. 

Tutti questi sono però segnali che in qualche modo richiedono un intervento. Il Napoli va subito all'indirizzo di Big Rom quando può, o comunque si affida alle palle indirette, e questo può piacere o meno. Ma è lapalissiano che non si possa pensare di oltrepassare il centrocampo solo in questa maniera per i 90 minuti di partita. Sistemi di gioco diversi, principi di gioco differenti, e sì non è tempo di paragoni, ma per intenderci: l’armata dello Scudetto 2022/23 era seconda solo all’Inter per minor numero di palle perse nella propria metà campo.

E così Antonio Conte è alla ricerca di nuove soluzioni, non potendo chiaramente fare troppe richieste in tal senso a Kvara e Politano. Il doppio play Lobotka-Gilmour può essere un’idea, che ad oggi però trova scarsa possibilità di attuazione nel concreto. Ciò che invece potrebbe essere d’aiuto, sarebbe l’innesto a gennaio di un terzino sinistro “alla Mario Rui”; pure un centrocampista per dare il cambio alle due mezze, e lui è molto probabile che arrivi essendoci ad oggi il solo Folorunsho, e chissà che non abbia proprio le doti di regia sopraelencate. In ogni caso, si tratta di semplici ipotesi. La palla come sempre passa a Conte che dovrà trovare nuove soluzioni, con la certezza che le stia già cercando in casa propria.


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