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Dieci milioni all’anno e nessun gol contro le prime 5 della classifica

di Arturo Minervini

Che quello di Victor Osimhen non sarebbe stato un anno facile, lo si era intuito già dalla scorsa estate. Troppe le voci, le polemiche, i possibili ribaltoni annunciati da persone molte vicine al nigeriano, pronte a giurare che alla fine sarebbe andato a giocare in Arabia. Alla fine, però, il numero 9 è rimasto al Napoli dopo lo scudetto vinto da protagonista ed uno splendido titolo di capocannoniere da lucidare in bacheca.

Questione contratto.

Il rinnovo del contratto di Osimhen è stato uno dei tormentoni della complicata estate di Aurelio De Laurentiis. Un accordo che sembrava chiuso, con tanto di stretta di mano, poi slittato. Ancora. E ancora. E ancora. La questione si è trascinata fino al 23 dicembre scorso, con l’aumento dell’ingaggio a 10 milioni a stagione e un prolungamento fino al 2025, per permettere al club di pianificare con calma la cessione nell’estate del 2024.

Le Big

Il rendimento di Osimhen, tra infortuni e Coppa d’Africa, non è stato come per tutto il Napoli quello dello scorso anno. Un semplice dato racconta l’incapacità in questa stagione di essere decisivo negli scontri decisivi: contro Inter, Milan, Juventus, Bologna e Roma, ovvero le prime cinque squadre in classifica, Osimhen non ha mai segnato (mancano ancora le gare di ritorno con Bologna e Roma). Contro la Juve al Maradona e Bologna, nella gara del Dall’Ara, ha anche sbagliato due calci di rigori (pesantissimo quello sul campo del felsinei). 


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