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Essere costretti a perderlo a zero dalla legge spietata del mercato

di Arturo Minervini

È un peccato. Un vero peccato. A fine giugno Elseid Hysaj vedrà scadere il suo contratto col Napoli, con l’albanese che potrà dunque accordarsi con un nuovo club senza che entri nulla nelle casse di Aurelio De Laurentiis.

Il laterale è stato tra i grandi protagonisti della rimonta azzurra, piazzatosi sulla sinistra e diventato un titolare inamovibile nello scacchiere di Rino Gattuso, sbaragliando la concorrenza di Mario Rui.

Solidità e grande concentrazione. Hysaj ha messo da parte tutte le voci, ha tenuto la testa bassa ed è finalmente tornato ad essere quel giocatore di sistema che si era esaltato nella linea di Sarri. Ha donato un equilibrio fondamentale, mostrando anche grande consapevolezza di quelli che sono i limiti in fase di spinta.

L’addio a fine stagione arriverà per un motivo molto semplice: le dinamiche di un mercato folle. Arrivato a pochi mesi dalla scadenza, le richieste sono state elevate, perché l’ingaggio andrebbe rapportato al valore assoluto e non al fatto di essere poi libero di trovare accordi più vantaggiosi con club che sanno di non dover sostenere il costo del cartellino. Insomma, un vicolo cieco. Il Napoli  lo avrebbe tenuto volentieri, ma a cifre ragionevoli. Anche perché ci sono degli equilibri da mantenere all’interno dello spogliatoio, offrire un super ingaggio a Hysaj per non perderlo a zero avrebbe poi spinto altri a chiedere adeguamenti. È la spietata legge di un calcio spietato. Purtroppo.


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