I dispersi da ritrovare e le certezze da cui ripartire
L’ondata di entusiasmo per l’arrivo di Mazzarri porta con sé il desiderio di una ripresa collettiva e l’auspicio di una rinascita. Tanti infatti i calciatori rimasti bloccati nei ghiacci dell’era garciale, ma non mancano solide certezze da cui ripartire.
Kvaratskhelia: anche l’ultimo Mvp della Serie A ha risentito della partenza zoppicante. A parità di giornate, le partecipazioni al gol sono passate da 16 a 7. Un cambio di rotta collettivo potrà aiutarlo nei numeri, ma non ha certamente perso quel guizzo anguillesco che lo contraddistingue. Suo l’assist decisivo a Berlino, dai suoi piedi nasceva lo scossone, momentaneo, dopo il pari di Bologna. E' il secondo giocatore in Serie A per dribbling completati (26) e il secondo tra gli attaccanti per big chance create (4).
Osimhen: per l'attaccante nigeriano più che di numeri si parla di ritrovare salute e stimoli. Era evidente il rapporto non idilliaco con Garcia sin dagli inizi, trattato di belligeranza sancito dal sipario durante la sostituzione a Bologna. Adesso c'è la possibilità che l'aria cambi, ricordando che Mazzarri ha un certo savoir-faire con i bomber di razza, e Victor potrebbe tornare in campo già contro l'Atalanta.
Lobotka: una delle pecorelle smarrite. Trasferito lontano dal centro del gioco con e senza palla, Stanislav Lobotka ha perso la smalto e lo dimostrano i numeri drasticamente in calo. Lo slovacco era stato un ingranaggio perfetto ma ora pare arrugginito, a Mazzarri il compito di ricostruire il meccanismo lobotka-centrico.
Lindstrøm: l’avvio monstre di Politano non può giustificare un così scarso impiego per l’investimento da 25 milioni di quest’estate. Il danese è stato il quinto giocatore di movimento meno utilizzato da Garcia (davanti a Demme, Zerbin, Gaetano, Zanoli) e non è mai riuscito a timbrare il cartellino. Con il cambio panchina e una convocazione per l'Europeo da strappare, ci sarà solo da migliorare per lui.
Elmas: un’altra ombra nell’azzurro buio. Da terzo miglior marcatore dello Scudetto a rincalzo occasionale per soli 302 minuti giocati e 3 presenze da titolare. Il leitmotiv è lo stesso: ci si aspetta una crescita, soprattutto se di te un maestro come Spalletti dice “Io ho un debole per Elmas, è il mio preferito”. Anche per lui, giocare di più e tornare quantomeno tra i primi rincalzi, sarà fondamentale per ritrovarsi.
Raspadori: tra i pochi in overperform rispetto alla scorsa annata. Jack in sole 12 giornate ha già superato lo score dello scorso campionato. A questo si aggiungono prestazioni di spicco in Nazionale dove ha ritrovato il vecchio mentore Spalletti. Da capire dove si posizionerà nello scacchiere mazzarriano. Certamente anche con il rientro di Osimhen, Raspadori dovrà essere l’arma in più del Napoli e non un senza dimora da schierare un po’ qua un po’ là.
Politano: senza dubbio la sorpresa di questo avvio di campionato, il migliore degli azzurri fin qui. Ha dato pericolosità nell’unico punto dove forse, l'armata Scudetto, deficeva: in grande forma, sempre propositivo, lucido, e soprattutto letale. Secondo tra le ali in Serie A per gol segnati (dietro solo a Nico Gonzalez), il migliore del Napoli per partecipazioni al gol (9). Potrà solo giovare da un ballottaggio più serrato con Lindstrøm.
Reparto difensivo: last but not least direbbe qualcuno. Per un cambio di rotta urge l'intervento di Mazzarri soprattutto nelle retrovie. Il vuoto lasciato da Kim è un cratere e ancora non si è trovata la toppa per dare solidità al reparto. Solo Di Lorenzo (tra i difensori) conta più di 750 minuti giocati in campionato: è evidente la necessità di trovare uno schema fisso che possa garantire sicurezza.