Perché non bisogna stupirsi del talento di Amin Younes
Fonte: di Fabio Tarantino
Giuntoli era certo di aver ingaggiato un talento. Gennaio 2018, Younes va al Napoli, non si aspetta la scadenza del contratto, l'affare viene anticipato di sei mesi. Poi l'imprevedibile: il tedesco, che era già stato al San Paolo, scappa da Napoli, torna in Olanda. Nasce il "giallo" attorno al suo futuro che si conclude la scorsa estate, con le scuse del calciatore. Inizia così, col brivido, l'avventura azzurra di Amin Younes, classe '93, esterno offensivo di grande tecnica. Molti si sono stupiti, ieri, per il primo con la maglia del Napoli. Non dovevano. Younes ha vissuto tre stagioni all'Ajax e basta questo per stare sicuri. In tre anni ha segnato diciassette reti fornendo tantissimi assist ai compagni, tra questi anche Milik col quale ha condiviso la sua prima stagione in Olanda. Con l'Udinese ha fatto ciò che voleva: ha segnato "alla Insigne", ha dialogato coi compagni, ha disegnato calcio svariando su tutto il fronte offensivo. Amin è un dribblomane atipico, perché adora superare l'uomo ma ha visione di gioco, intelligenza tattica, non è egoista e, soprattutto, è prezioso in spazi chiusi, quando le squadre avversarie si difendono. Quando il Napoli lo ha ingaggiato era nel giro della nazionale tedesca, ha già raccolto 5 presenze con 2 reti e tra gli obiettivi c'è quello di tornare ad essere convocato. Potrà riuscirci con prestazioni come l'ultima. Younes tornerà utile anche in Europa League, è stato inserito in lista Uefa al posto di Rog e, condizione fisica permettendo, diventerà un'arma in più per Ancelotti già a partire dall'Arsenal.