Da Zero a Dieci: croce e delizia DAZN, 30 mln bruciati per il mobile Ikea, il rinnovo milionario di Hysaj e la mossa alla Mourinho di Carlo

11.11.2018 11:23 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Da Zero a Dieci: croce e delizia DAZN, 30 mln bruciati per il mobile Ikea, il rinnovo milionario di Hysaj e la mossa alla Mourinho di Carlo
TuttoNapoli.net
© foto di www.imagephotoagency.it

(di Arturo Minervini) - Zero ad un calcio italiano indietro anni luce, sprovveduto catapultato in un futuro che ancora non gli appartiene. Sembrava di assistere alla mitologica sfida ‘Scapoli contro Ammogliati’ i calciatori che sprofondavano nell’abisso del terreno di gioco ridotto ad affluente ed un Abisso costretto a sospendere una gara comunque falsata e che giocata in quelle condizione ha penalizzato esclusivamente il tasso tecnico superiore del Napoli. Ho provato a cambiare canale, pensando di essere finito su Rai Yoyo per una versione extended di un episodio di Peppa Pig che salta nelle pozzanghere. Se questo è calcio, Marzullo dovrebbe fare l’animatore turistico nei villaggi.

Uno il palo colpito da Insigne, lampo prima della tempesta che avrebbe dato altro volto alla gara e reso più agevole quella che si è trasformata battaglia dai tratti arcaici. Ancora un credito da vantare con la sorte, che il Napoli ha per fortuna e con fortuna riscosso nella carambola finale. Episodi che nell’arco di una stagione possono cambiare prospettive ed ambizioni, ed allora ha sempre ragione Woody Allen: Chi disse "Preferisco avere fortuna che talento", percepì l'essenza della vita. La gente ha paura di ammettere quanto conti la fortuna nella vita. Terrorizza pensare che sia così fuori controllo. A volte in una partita la palla colpisce il nastro e per un attimo può andare oltre o tornare indietro. Con un po' di fortuna va oltre e allora si vince. Oppure no e allora si perde”. 

Due cambi ad inizio ripresa. Risoluto, deciso, fiero nelle sue mosse e furioso a fine primo tempo per l’atteggiamento di alcuni azzurri. Il potere delle scelte senza mai avvertire il peso. La forza del cambiamento, senza temerne le conseguenze. Ancelotti è un estrattore di succo che non ha paura di miscelare ingredienti, togliere quelli che hanno un cattivo sapore ed affidarsi a quelli dal sapore più dolce. Nessun tipo di preclusione o di chiusura, uno sguardo a 720° sul mondo e sulle possibilità per esplorarlo. Prende la gara e la ribalta come un calzino, senza sprecare nemmeno un minuto che potrebbe diventare poi rimpianto. Un leader non lo costruisci in laboratorio. Un Leader nasce così e ci resta per sempre.

Tre milioni per il rinnovo: richieste ambiziose, forse troppo, per Hysaj. Giocatore di sistema nel calcio di Sarri, terzino polivalente si ma da una sola parte del campo. Specialista che, considerati i limiti appena superata la metà campo, non può fallire nella propria di metà campo. Vaga come un turista in preda del posizionamento di Google Maps nella propria area, mentre alle sue spalle si consuma il party di Kouamè che apparecchia sulla testa dell’albanese e gli lascia solo le briciole come amaro pasto da buttar giù. Male, molto male. E quest’anno è già successo tante volte per non essere preoccupati.

Quattro alla timidezza del club che oggi si può ribattezzare Pollonia (la doppia ELLE è voluta). Zielinski si staglia sulla partita con arroganza fastidiosa, esegue il compitino senza metterci mai sangue, meccanico nelle scelte ed indolente nelle coperture. Milik fa il solito lavoro, ma gli manca quel veleno che ad un bomber non deve mai mancare quando esalta le doti di Radu più del dovuto. Piotr paga un modulo che non riesce a cucirsi addosso, ma guai a farlo diventare l’alibi dell’incompiuto: con quei regali che madre natura gli ha fatto ha il dovere di fare di più, per rispetto di un talento frenato da una pigrizia atipica, proprio come le sue doti, che va combattuta. Arek avrebbe bisogno di una continuità che in questo momento il Napoli non può concedergli: servirà tempo per scrollarsi di dosso certa polvere.

Cinque gare su DAZN. Cinque gare di catarsi per diventare persone migliori, corso di formazione per l’autocontrollo fallito miseramente all’ennesimo ricaricamento quando il Napoli è in attacco. Tante problematiche, miglioramenti nelle ultime gare ma continui ritardi per chi non ha connessioni internet modello Cape Canaveral. Il concetto resta lo stesso: non si può sempre penalizzare una parte di pubblico per privilegiarne un’altra. Cinque gare su DAZN e cinque vittorie. Dal Dark side of the DAZN a quello statistico che sorride come un quarto di luna. Non c’è niente da fare: siamo nati per soffrire. Il laggare mi è dolce in questo DAZN… 

Sei gare in trasferta con quattro vittorie e due sconfitte. Quella di Torino può starci, quella con la Sampdoria resta una piccola sbavatura su un foglio di uno scrittore alle prese con un nuovo romanzo. Calendario infame per questo Napoli, che in avvio avrebbe avuto bisogno di una strada un pochino più agevole. Da quella maledetta notte del 3-0, però, Ancelotti ha trovato energie e motivazioni, stravolto convinzioni per dare risposte più solide ed una struttura più solida alla sua storia. Philiph Roth scrive: “Quando ammiri uno scrittore, t'incuriosisci. Cerchi di carpire il suo segreto. Gli indizi per risolvere l'enigma che rappresenta”. Con Ancelotti accade proprio così. Ed è una curiosità crescente. Tre punti che pesano il doppio, come gli attributi di una squadra che non conosce la parola resa.

Sette alla magia di Genova. Ai colori mischiati, ad una tradizione che si rinnova sotto un fuoco che arde anche sotto al diluvio. È una Genova ferita, indignata da una politica ed una natura che si è inferocita negli ultimi mesi su quella nostalgia già cantata da Paolo Conte. Genova per noi, il Genoa per i napoletani è una seconda casa, l’amico da ritrovare alla prima occasione. Genoa-Napoli sugli spalti è il calcio che vince, la passione che ci accomuna, cuori che battono per amori differenti, ma ugualmente incontenibili. Genova che si vuole rialzare, Genova con il sostegno dei cugini napoletani. Un po' randagi, sonno e nausea, con quella faccia un po' così di noi che abbiamo visto Genova.

Otto conferme e cambi limitati. Prima della sosta, Ancelotti che come Mourinho ‘Non è un pirla’ (e che vince la gara con un gol identico a quello che ha permesso allo United di batter ella Juve), sceglie la continuità. Indicazione importante, ulteriore evoluzione di una gestione che è finalizzata sempre al risultato. Gestire le energie, ma valutare anche il livello di difficoltà del match. È da pochi mesi al Napoli ma siamo già all’Ancelottismo 3.0, corrente culturale in flusso perenne ed in costante aggiornamento empirico. Idee e prassi, passato come lezione da tenere a mente e presente come un banco di scuola dove sperimentare per il futuro. 

Nove alla toccata e fuga in re minore di Johann Sebastian Mertens. Puro istinto, quasi primordiale, da calcio da strada che si eleva ad arte nell’assist confezionato dal belga per la rete che avvia la riscossa azzurra. Stato di grazia ritrovato per Dries, che si muove leggero sull’acqua come fosse un pallanuotista che funge da boa che nemmeno Nanni Moretti in Palombella Rossa. Anche Dries scava nella memoria del suo infinito repertorio e celebra quell’ispirazione ritrovata che ormai lo rende nuovamente irrinunciabile. Danza sulle acque, aspettando l’onda da surfare sulle increspature di un campo che ricorda il finale di Point Break: “Devi sentire l'onda, assecondare la sua energia, sintonizzarti e poi lasciarti andare”.  

Dieci all'uomo della pioggia: ‘The rain man’. O meglio: The Reign Man: l’uomo che regna come lo Shawn Kemp ai tempi di Seattle. Tra le nuvole sgomita la sagoma imponente di Fabian, arcobaleno da un solo colore nell diluvio genovese. Nessun effetto ottico, solo la sostanza palpabile di un fenomeno vero. Avevano sentenziato su 30 milioni buttati, come se il Napoli avesse preso uno scadente mobile da Ikea che non valeva nemmeno la pena star lì a montare seguendo le istruzioni. Parole che ore vorrebbero ingoiare il più in fretta possibile, trovando un angolino per nascondere l’imbarazzo. Addomestica palloni impossibili, domina le acque come fosse anfibio capace di adattarsi ad ogni condizione senza mutare nello stile. Bello da vedere ad ogni tocco, intelligenza superiore nel comprendere come assecondare la volontà del pallone prima che sprofondi nelle acque.  Piove, senti come piove. Madonna come piove. Eppure Fabian nemmeno se ne accorge...