FOCUS - Cosa ci resta dopo Napoli-Real? Tutto Napoli analizza l'enorme eredità in 10 punti

Al di là del piano sentimentale, però, resta anche qualcosa di concreto. Perché ci sono stati i fatti, oltre che le tante parole. E allora, cosa ci lascia Napoli-Real Madrid?
09.03.2017 15:59 di  Redazione Tutto Napoli.net  Twitter:    vedi letture
Fonte: di Antonio Gaito e Pierpaolo Matrone
FOCUS - Cosa ci resta dopo Napoli-Real? Tutto Napoli analizza l'enorme eredità in 10 punti
TuttoNapoli.net

Raf cantava 'Cosa resterà degli anni '80', a Napoli invece si può pensare a cosa resterà di questo doppio confronto con il Real Madrid. Affrontare la squadra più blasonata del mondo, l'attuale campione uscente di tutto è sempre un'emozione forte e di sensazioni di rilievo ce ne sono state. Al di là del piano sentimentale, però, resta anche qualcosa di concreto. Perché ci sono stati i fatti, oltre che le tante parole. E allora, cosa ci lascia Napoli-Real Madrid? Abbiamo provato a sintetizzare tutto in dieci punti:

1. La consapevolezza di potersela giocare davvero con chiunque.
Quando il Napoli fa il Napoli, nel bene o nel male, il divertimento è sempre dietro l'angolo e difficilmente si può trovare una squadra che riesce a tenergli testa. Gli azzurri - più nel match di ritorno che d'andata, bisogna dirlo - hanno mostrato una grande organizzazione di gioco, mettendo paura alla formazione più forte al mondo. "Avevo un dolore al petto, era un incubo: i proiettili azzurri ci assalivano" ha scritto il vicedirettore di As nel suo editoriale. Adesso tutti hanno paura del Napoli.

2. L'elevazione di Mertens a leader europeo. Ormai ci sono pochi dubbi: il Napoli ha un suo trascinatore, con il numero 14 sulle spalle, l'essere funambolo nei movimenti e un fiuto del gol completamente inaspettato. Il belga ha dimostrato ancora una volta di essere la punta di diamante di una squadra composta da tanti comprimari, che spesso arrivano alle luci della ribalta. Ma più di tutti c'è lui, Dries. A segno anche contro il Real Madrid, uomo più pericoloso, vicino alla doppietta e vera e propria spina nel fianco. Otto partite, cinque gol e quattro assist in Champions League: se non sono numeri da campione questi...

3. Maurizio Sarri più solido in panchina. Sì, sembrava assurdo parlarne dopo la partita d'andata, che aveva scatenato un vero e proprio putiferio mediatico sui rapporti tra l'allenatore azzurro e Aurelio De Laurentiis, autore di dichiarazioni infelici e un attacco velato, probabilmente, anche al coach toscano. Se Madrid ha tolto, Napoli ha restituito. Il presidente è tornato sui suoi passi e ha pubblicamente osannato il lavoro del suo tecnico, adesso ben saldo sulla panchina. Fiorentina, Milan, Juventus (?!) dovranno attendere.

4. L'immagine della tifoseria azzurra. In Italia o all'estero, tutti hanno apprezzato il vortice di passione, il terremoto di emozioni che hanno saputo scatenare i tifosi. All'andata Madrid sembrava Napoli: Plaza Mayor assalita dai cuori partenopei, Plaza del Sol diventata quasi Piazza del Plebiscito. Tutto in ordine, senza tensioni. Soltanto un clima di festa, creato dai supporters venuti dall'Italia, da Napoli, che hanno dato una lezione di tifo. All'andata, sì, ma soprattutto al ritorno. Trovare un popolo che attende il Real Madrid in massa sotto l'albergo è cosa rara. Trovare un popolo che spinge la squadra come quello partenopeo forse ancor di più.

5. Una parte di città migliorata. Tra San Giovanni a Carbonara e Santa Caterina a Formiello, in una strada lunga quasi un chilometro, è come se fosse arrivata la persona più importante del mondo. Forse Cristiano Ronaldo andrebbe fatto sindaco di Napoli, forse servirebbe un Napoli-Real Madrid al mese. Perché mai come stavolta sono stati fatti dei lavori di rattoppo per rendere vivibile al massimo quella zona: buche ricoperte e sparite, fogne pulite, assenza di auto in doppia fila e dunque traffico regolare, una volante in giro costantemente per il quartiere. Dovrebbe essere la normalità, lo sappiamo, ma non lo è. Col Real Madrid sì. E allora che questa partita si giocasse più spesso.

6. Lavori allo stadio. Il Real Madrid passa, uno stadio finalmente un pizzico più confortevole resta. Non ancora per bagni e nuovi sediolini in tutti i settori (lavori previsti a fine stagione), ma - seppur in enorme ritardo - il San Paolo dalla sfida col Real esce molto diverso almeno esteticamente. Il blasone dell'avversario ha spinto il Comune a rifare (finalmente) totalmente l'area accoglienza delle squadre con un bell'ingresso con tanto di messaggio di benvenuto in sei lingue. Nuovi spogliatoi, nuovo ingresso in campo in stile Champions con due scale per le due squadre. Tribuna stampa, infine, finalmente di livello europeo ed addirittura un ristorante con vetrata sul campo per accogliere al meglio dirigenti ospiti e vip.

7. Nuovo record d'incasso. La gara col Real ci lascia il nuovo record d'incasso del San Paolo. La società partenopea ha incassato infatti 4.484.302 euro: una cifra importantissima che fa del big match di ritorno con gli spagnoli non solo una gara da record per il club azzurro, ma anche per il calcio italiano. 4,4mln di euro significa salire sul podio degli incassi delle squadre italiane: alle spalle - per appena 200mila euro di differenza - solo delle sfide Milan e Barcellona nelle edizioni 2011/12 e 2012/13 della Champions League. Una cifra importante per far salire ulteriormente il prossimo bilancio e permettersi qualche ingaggio in più.

8. Immagine internazionale. Nell'ultima estate, nonostante la Champions, non è mancato qualche rifiuto nella campagna trasferimenti ed all'estero la percezione della dimensione del Napoli non era ancora arrivata del tutto. Il primo posto nel girone, ma soprattutto la doppia sfida col Real non è passata inosservata in tutta Europa. Non solo in Spagna, dove tutti i media hanno elogiato la crescita e la qualità degli azzurri, al punto da temere per la qualificazione al 45' sotto di un gol e schiacciati nella propria area. Negli altri paesi europei le cose non sono andate diversamente con i social a testimoniare lo stupore: 'questo Napoli rischia di eliminare il Real Madrid' il concetto più diffuso. Anche i più distratti si sono accorti del Napoli.

9. Esperienza internazionale. Bisogna passarci da queste sfide per poter crescere. Concetto spesso abusato, ma tremendamente vero, a maggior ragione dopo aver visto il PSG tremolante al Camp Nou dilapidare un vantaggio di 4-0 subendo una rimonta storica. Il percorso di quest'anno del Napoli prende ancora più valore se consideriamo che, oltre alla scarsa esperienza internazionale, per quasi mezza rosa era l'esordio in Champions. Hysaj, Koulibaly, Maksimovic, Ghoulam, Diawara, Zielinski, Jorginho, Allan e tante altre alternative non avevano neanche disputato un minuto in Champions e la personalità con cui hanno affrontato i più forti e lo stadio forse più imponente deve far ben sperare.

10. Certificazione del punto debole. Sì, il Real Madrid del miglior colpitore di testa del mondo ha accentuato il punto debole del Napoli di questa stagione. Due gol su calcio d'angolo dolorosissimi che resteranno indelebili per mesi e inevitabilmente porteranno ad accorgimenti sul mercato perchè - come sottolineato da Sarri - è difficile per un allenatore migliorare la scarsa fisicità. Pochi saltatore, posizionati tutti a zona per limitare i danni ed affrontare di squadra quasi sempre 5-6 avversari molto più forti in queste situazioni. 12 le reti incassate finora di testa su calcio d'angolo, punizioni laterali e relativi sviluppi che sono costati - al di là della Champions - punti preziosi e forse anche la semifinale di Coppa Italia.