Jorginho si racconta a +N: "Grande progetto e tecnico vincente. Che emozione l'esordio! Persi punti, ma Roma e Juve non sono così superiori. Sogno il mondiale"

In diretta da Castelvolturno il neo acquisto azzurro è stato ospite della trasmissione 'In casa Napoli'
27.01.2014 22:49 di  Fabio Tarantino  Twitter:    vedi letture
Jorginho si racconta a +N: "Grande progetto e tecnico vincente. Che emozione l'esordio! Persi punti, ma Roma e Juve non sono così superiori. Sogno il mondiale"

Ospite della trasmissione 'In casa Napoli', in onda sulle frequenze di +N, il centrocampista del Napoli Jorginho (22) ha rilasciato alcune dichiarazioni raccontando i suoi primi giorni in maglia azzurra ed analizzando il momento che sta vivendo la squadra in stagione

Cosa ti ha spinto a scegliere Napoli?

"Napoli è una grande squadra, una società con un grande progetto ed un grande allenatore che ha vinto tanto. Credevo fosse il posto giusto per me, per la mia carriera. Avevo voglia di far bene ed andare in una grande squadra. Sono contento che abbiano puntato su di me, sono stato convinto fin da subito di arrivare in una grande squadra".

Quali sono i tuoi hobby?

"Sono un appassionato di cinema, guardo tanti film. Inoltre mi piace stare a casa, oppure girare le città come ho detto prima ed andare a ristorante".

Hai già mangiato la pizza?

"Si, già un paio di volte (ride, ndr). Tra tutte preferisco la margherita".

Cosa pensi abbiano Roma e Juventus più del Napoli?

"Beh, è una domanda difficile. Sono grandi squadre così come lo è il Napoli. Credo che questo sia un periodo sfortunato per noi, alla lunga i tanti punti persi pesano. Gli organici non sono diversi".

Giocherai in Coppa Italia con la Lazio mercoledì?

"Non lo so, è una domanda da fare al mister. Io ci spero, sono pronto".

C'è qualche altro giovane calciatore che porteresti al Mondiale?

"Berardi se lo merita. Un ragazzo del '94 che fa quattro goal al Milan è da valutare bene. Non so se sia una 'testa calda', conosco Farias che gioca nel Sassuolo ma non ho mai chiesto".

Perchè hai scelto la Nazionalità Italiana?

"Sono cresciuto in Italia, non ho mai giocato in Brasile in un club. E' il calcio italiano che mi ha lanciato, per questo mi piacerebbe indossare la maglia della Nazionale italiana. Con Prandelli non ho ancora parlato, il Mondiale è un sogno. Mangia mi convocò in U21 anche se non potevo giocare per problemi burocratici, ma è stata comunque una bella esperienza".

Napoli è piena di belle ragazze, tu sei fidanzato? Che musica ascolti?

"Si ma io sono fidanzato (ride, ndr). Lei è brasiliana ma vive a Verona, ed ora scenderà con me qui a Napoli per farmi compagnia. Amo la musica brasiliana, prima di ogni partita mi carico con quelle melodie".

Quali obiettivi per il tuo futuro?

"Voglio continuare a crescere e far bene, sempre con umiltà ascoltando il mister ed i compagni".

Nella tua carriera hai indossato anche la maglia della Sambonifacese, che ricordi hai?

"E' stata un'esperienza molto importante, ho imparato tanto dal mister (Claudio Valigi, ndr) anche perchè si giocava a due a centrocampo. La C2 è un campionato difficile ma, ripeto, è stata un'esperienza importantissima che mi ha fatto crescere".

Hai origini italiane e per questo hai ottenuto il passaporto. Come ha reagito la tua famiglia quando a 15 anni sei venuto in Italia?

"Si, anche mia sorella ha il passaporto italiano. Avere la cittadinanza è stato molto importante per il mio futuro. Quando sono andato via dal Brasile a 15 anni i miei genitori erano daccordo, mentre il resto della famiglia era molto scettico. Io sono partito convinto perchè era quello che volevo e sapevo fosse un'opportunità importante".

Tua madre Maria Teresa gioca a calcio, come ha reagito al tuo trasferimento al Napoli?

"Mia madre era trequartista col dieci sulle spalle, ha smesso giovane quando è rimasta incinta di mia sorella più grande. Lei aveva tanta qualità, mi portava sempre in spiaggia perchè in Brasile ci sono spiagge immense e mi ha insegnato a giocare a calcio. Quando sono arrivato a Napoli ha pianto dall'emozione, non riusciva a parlare. Per lei e tutta la mia famiglia questo è un sogno".

Hai già detto ad Higuain ed Hamsik che il rigorista sei tu? Scherzi a parte, com'è il tuo rapporto con la squadra?

"Dei rigori non ne abbiamo ancora parlato (ride, ndr). Per adesso ho legato molto con i miei connazionali Uvini e Rafael. Qui sono tutti campioni, è bello giocare con loro e potergli dare una mano. Nello spogliatoio ero vicino a Dzemaili e Zapata".

Quali sono i calciatori a cui ti ispiri?

"Per il mio ruolo ho sempre guardato Xavi e Pirlo per come giocano la palla, per come si muovono e per la loro personalità".

Cosa ti ha colpito di questa città e dei napoletani?

"Non ci sono episodi in particolare, ma la gente qui è molto diversa rispetto a Verona. Mi sono sentito subito a casa, questo popolo lo sento vicino ai brasiliani perchè qui sono tutti più aperti e chiacchieroni. La città non ho ancora avuto tempo di girarla, sono curioso ma è presto perchè sono arrivato da poco. Ho visitato solo ristoranti e ho notato che si mangia benissimo".

Nella tua carriera hai bruciato le tappe, che valore ha per te questo trasferimento?

"Questo per me è un grande sogno realizzato dopo tanti sacrifici e tante difficoltà, ma una volta arrivato qui posso dire con certezza che n'è valsa la pena".

Hai iniziato a studiare il napoletano?

"Si ma è molto difficile (ride, ndr)".

Che differenza c'è tra Benitez e Mandorlini?

"Sono due allenatori diversi, entrambi molto bravi. Mandorlini mi ha dato tanto, mentre lo spagnolo ha vinto tanto e si fa capire molto bene. Tatticamente Benitez ha il suo modo di giocare mentre Mandorlini cerca di adattarsi anche agli avversari".

Cosa ti ha detto Benitez appena sei arrivato? Preoccupato dal modulo con due centrocampisti?

"Di non aver paura, di essere me stesso e far prevalere la mia personalità. Per me è una grande occasione, avrò tanto da imparare in un modulo diverso ma credo di riuscire a fare bene. Il centrocampo a due non mi spaventa, io mi ritengo un calciatore offensivo che ama giocare sempre con la palla davanti la difesa".

Com'è stato l'esordio col Chievo? Cosa vi ha detto Benitez al termine della gara?

"Mi son sentito bene, ho pensato a tutto quello che abbiamo fatto in settimana e ho cercato di dare il mio contributo alla squadra. Col mister abbiamo parlato alla ripresa degli allenamenti, ci ha detto di alzare la testa perchè un pareggio può capitare a tutti".

C'è qualcosa che vorresti dire ai tifosi del Napoli? Com'è il San Paolo?

"Sono molto contento di essere arrivato qua, mi hanno accolto tutti benissimo. Sabato è stata una bella emozione ma ho cercato di svuotare la mente per non farmi influenzare da quell'atmosfera stupenda, erano davvero in tanti. Col boato del pubblico sono riuscito a caricarmi".