Sarri a Chi: "Mancini? Volevo colpirlo sulla sua eleganza, niente omofobia! Un gay nel Napoli non avrebbe problemi"

02.02.2016 17:51 di  Redazione Tutto Napoli.net  Twitter:    vedi letture
Sarri a Chi: "Mancini? Volevo colpirlo sulla sua eleganza, niente omofobia! Un gay nel Napoli non avrebbe problemi"
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"I gay nel calcio ci sono stati, ci sono e ci saranno. Spero che questa vicenda, nata male e finita bene, li aiuti a venire allo scoperto. Almeno nel Napoli non avrebbero problemi". Queste le parole del tecnico azzurro Maurizio Sarri, che ha parlato ai microfoni della rivista Chi intervistato da Alessandro Cecchi Paone: "C’è bisogno di esempi importanti, che indichino a tutti la via del rispetto delle differenze reciproche - riporta il Corriere del Mezzogiorno - È già successo in altri settori che influenzano la pubblica opinione, ora è la volta del mondo del pallone, quello decisivo per il sentire comune degli italiani. La compattezza del gruppo non viene mai messa a rischio dalle abitudini private degli atleti. I problemi vengono solo da eventuali rivalità tecniche o dalle inimicizie che a volte si scatenano fra le rispettive mogli e fidanzate".

"Senta, ma lei mi ha visto bene? - prosegue il tecnico parlando della diatriba con Mancini - Io a Mancini volevo colpirlo sul fatto che scende in campo elegante come per un ricevimento. Fighetto volevo dirgli, mica quella roba sul sesso! Penso al mio migliore amico gay, un antiquario fiorentino morto troppo presto, che mi manca molto. Si indignerebbe a sentirmi accusare di omofobia".

Il tecnico è stato accusato anche di essere razzista. "Meglio ancora! La faccio parlare con la mia suorina del Valdarno. Si occupa delle donne africane in difficoltà con la sua casa famiglia qui in Italia e direttamente laggiù tramite le adozioni a distanza. Con i miei amici la finanziamo da dieci anni".

Eppure quella parola «frocio» ammette di averla pronunciata? "Ma ce lo vede - conclude Sarri - un toscanaccio come me che in una lite coi nervi a fior di pelle dice all’altro solo che è un «precisino»? Ho sbagliato, lo ammetto".