Ti amo, VAR

08.01.2018 18:46 di  Mirko Calemme  Twitter:    vedi letture
Ti amo, VAR
TuttoNapoli.net
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Dopo il boxing day all’italiana, con le partite di Serie A e Coppa Italia a fare compagnia ai tifosi durante le feste, il calcio del Bel Paese va in vacanza. Lo fa lasciandoci in eredità una scottante polemica sul VAR della quale, ne siamo certi, parleremo a lungo nelle prossime due settimane. Il primo bilancio sull’utilizzo della tecnologia durante le gare del nostro campionato è positivo, forse anche oltre le aspettative: analizzando i numeri del girone d’andata, le decisioni che hanno coinvolto il VAR sono state 45 su 188 gare, con 9 gol annullati, 18 rigori concessi, 7 negati, 10 espulsioni e, secondo l’esperto Tiziano Pieri, solo 6 errori gravi. Smentito anche chi parlava di perdite di tempo e gioco rallentato: rispetto al campionato scorso, è aumentato il tempo effettivo di gioco ed è diminuita la durata complessiva delle gare (clicca qui).

Bene, tutto molto bello. Ma perché ci troviamo alla sosta invernale coinvolti nell’abituale guerra mediatica, con i soliti sospetti su complotti, giochi di potere e, quelle due paroline magiche, “sudditanza-psicologica”, di nuovo in prima pagina? Gran parte della colpa, ci spiace dirlo, cade sulle spalle di Gianpaolo Calvarese, che ha deciso di travestirsi da eroe della classe arbitrale old-school ed ha deciso deliberatamente di non andare a visionare le immagini del VAR dopo il più che evidente fallo di mano di Bernardeschi durante Cagliari-Juventus. Perché mai, non si è capito. Ma il rischio che si corre con una scelta del genere è enorme e crea un precedente che va cancellato quanto prima.

Perché se negli anni scorsi gli orrori arbitrali potevano essere parzialmente giustificati dalla difficoltà oggettiva che comporta dirigere una partita di calcio, in questa stagione, con l’ausilio dei monitor e dei replay, il ruolo dell’arbitro è cambiato. Le assurdità di Cagliari non possono più essere tollerate. Hanno perso il riparo di qualsivoglia attenuante. Non c’è, non esiste. Di fronte a una situazione come quella di sabato, chi è al VAR deve parafrasare lo storico cazziatone di De Falco a Schettino e gridare al fischietto di turno: “Vada al monitor, c***o!”.

Se poi, dopo aver visionato le immagini, l’arbitro dovesse commettere un ulteriore errore (come quello di Doveri durante il derby di Torino) allora se ne assumerà la responsabilità, con tutte le conseguenze del caso.  È l’unico modo per dare credibilità a questo campionato, che corre il rischio di restare agli annali come il più polemico della storia se, nelle ultime giornate, qualche arbitro dovesse avere la stessa idea meravigliosa di Calvarese. Quindi amiamo il VAR, difendiamolo, predichiamo il suo utilizzo, diamogli anche maggiori poteri. Salviamolo insieme a questa bellissima lotta scudetto, che tutta Europa ci invidia, dalle polemiche e dai sospetti.