FOCUS - Alla scoperta del 4-2-3-1 variabile del Dnipro: mix di esperienza e gioventù, con Konoplyanka come spauracchio

Byoko il portiere in ascesa, Kalinic la possibile rivelazione
07.05.2015 08:30 di  Pierpaolo Matrone  Twitter:    vedi letture
FOCUS - Alla scoperta del 4-2-3-1 variabile del Dnipro: mix di esperienza e gioventù, con Konoplyanka come spauracchio
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© foto di Federico De Luca

Tra il Napoli e Varsavia, tra il Napoli e la gloria, tra il Napoli e la finale, ormai, c’è un solo ostacolo. Non insuperabile, sicuramente, ma da non sottovalutare. Il Dnipro, probabilmente, era l’avversario più abbordabile tra le tre inserite nell’urna di Nyon, ma resta comunque una rivale di assoluto livello. L’abbiamo visto in Europa League, l’abbiamo visto anche in campionato e coppa ucraini. Anche la proprietà è ricca, il presidente Ihor Kolomojs'kyj vanta un patrimonio miliardario. Ma ciò che dovrà far la differenza, nel doppio confronto, dovrà essere la rosa. Profonda, ricca di pedine interscambiabili, volte a formare un 4-2-3-1 speculare a quello di Benìtez, che spesso l’allenatore Markevich muta in un 4-3-3.



DIFESA – Negli ultimi impegni, il tecnico ucraino ha schierato tra i pali Denys Byoko, fresco di esordio in Nazionale. L’attenzione e la capacità di posizionarsi sulla riga di porta sono le sue abilità migliori, quelle di un estremo difensore che pian piano sta crescendo e si sta confermando tra i migliori prospetti del calcio ucraino. Davanti a lui, spesso, c’è gran movimento tra i difensori. L’unico (quasi) inamovibile sembra essere Vlad, mentre per il resto tante sono le alternative a disposizione di Markevich. Forza fisica e abilità nelle palle alte sono il punto forte di Gueye, spesso schierato titolare al centro, insieme ad uno tra Douglas, Cheberyachko ed il giovane Svatok, classe ’94, le cui quotazioni sono in rialzo. Sull’out di destra la scelta dipende il più delle volte dal tipo di partita e dalla strategia che si vuole adoperare. Se in campo c’è bisogno di una formazione arrembante, spazio agli offensivi Matos e Ksonz, che alle volte agiscono anche da centrocampisti, mentre se occorre accortezza e si vuole prediligere la fase difensiva, in campo c’è Blyznychenko.

DALLA CINTOLA IN SU – La vera forza del sodalizio ucraino, però, è dalla cintola in su. Dovrà tenere alta la concentrazione il Napoli, creare una diga per limitare gli inserimenti dei centrocampisti Bezus, Shakov e Rotan, capitano e storico mediano della Nazionale ucraina, uno che di esperienza in campo internazionale ne ha da vendere. L’uomo chiave resta, senza ombra di dubbio, Konoplyanka. Dribbling, tagli in verticale ed orizzontale, leggiadria di movimenti e sofisticatezza di palleggio sono alcune delle sue qualità migliori. Oltre alla velocità, che potrebbe davvero far male alla (a volte) macchinosa retroguardia azzurra. Con lui sulla trequarti c’è sovente Gama, ex Porto e Deportivo La Coruna, un’ala vecchio stile, funambolica e dal baricentro basso. In attacco, infine, è vivissima la staffetta tra Seleznyov, perno della selezione nazionale gialloblù, e Kalinic, croato, anch’egli nel giro della Nazionale. Ottimo il momento vissuto da quest’ultimo, a tratti straripante nelle ultime uscite, autore di 12 reti in 21 partite nel campionato attualmente in corso. Chi crede che il Dnipro non sia un osso duro è fuori strada, starà al Napoli ed al campo rivelare e smascherare una squadra che, almeno rispetto alle altre semifinaliste, appare un’incognita.