Da 0 a 10: l’odio social su Reina, ADL inchiodato sul rinnovo, Sky fa impazzire i tifosi e la CCA di Mertens

Il Napoli abbatte la Lazio con la doppietta di Insigne e le reti di Politano, Osimhen e Mertens. Gattuso in piena corsa Champions
23.04.2021 16:46 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Da 0 a 10: l’odio social su Reina, ADL inchiodato sul rinnovo, Sky fa impazzire i tifosi e la CCA di Mertens
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Zero al brusio che nulla toglie all’esecuzione magistrale. Serata horror al commento Sky, con interpretazioni fantasiose e faziose degli eventi, che a confronto Galeazzi nel racconto dell’oro nel K2 di Rossi-Bonomi a Sidney 2000 era stato contenuto. Arrivare quasi a giustificare l’attentato alla salute di Manolas di Milinkovic è il punto più alto di un racconto distorto, che per fortuna non può guastare l’opera perfetta degli azzurri. SOUND OFF.

Uno l’assist di Hysaj, che gioca una gran gara nonostante c’è chi provi a focalizzare l’attenzione sul presunto fallo di Lazzari. Azione che non esiste, perché avviene in una fase temporale che il VAR cancella dal tempo, come Will Smith che ti ‘sparaflasha’ in Men in Black. Inutile arrabattarsi e provare a lanciare ombre sulla vittoria attaccandosi ad un momento di gioco che in realtà non esiste, perché tutto quello che avviene dopo il rigore su Manolas è confinato al mondo delle ipotesi.

Due assist nelle ultime tre. Meriterebbe una trattazione a parte la giocata di Zielinski sul gol di Mertens, evento di bellezza stordente, passeggiata a spasso nel tempo dell’uomo che sfida le leggi dell’universo. Piotr pensa calcio prima che accada, disegna pertugi che altri non vedono, fluttua nello spazio ad una velocità che se resta insensata anche se cammina all’indietro. Un pò gambero, un pò Michael Jackson in versione Moonwalker: quel colpo di tacco è l’ultimo colpo di scalpello che precede un capolavoro. 

Tre gol nelle ultime cinque per Osimhen, che prosegue il suo apprendistato alla CCA: Ciruzzo Cazzimma Academy. Doveva essere anno di crescita per il centravanti, che ruba segreti e studia la scaltrezza di quello che è il miglior marcatore della storia del Napoli. Non serve scaraventargli addosso una pressione che rischia di frantumarlo, il piano era chiaro: investimento da coltivare e da tutelare. Non è un dualismo, è un processo di osmosi tecnica e culturale. Mangia pane e Mertens caro Victor, che cresci sano e forte.

Quattro squadre e ad una toccherà la pagliuzza più corta. Serrata la corsa Champions, belli i discorsi sugli incroci e sui calendari ma poi la verità resta sempre la stessa: nessuno pensi di scartare regali, sono benefici che non appartengono al Napoli. “Non c’è nulla che vada come previsto, è l’unica cosa che ci insegna il futuro quando diventa passato". Nessuno si faccia illusioni: il Napoli può contare solo sul Napoli. Da sempre.

Cinque pappine, sia gentile. L’ex Reina in versione Oronzo Canà, con Reina che viene massacrato dai suoi tifosi per la prestazione da incubo del Maradona. Arrivano pericolo da ogni lato, roba da disorientare lo spagnolo manco avesse la labirintite. Si perde tra i ricordi, inciampa nel passato e non riesce più a ritrovare la stabilità. Pepe è sempre un amico, torna a trovarci quando vuoi: le porte per te e con te saranno sempre aperte.

Sei finali da giocare come fosse una Superlega. Il Torino vale il Real Madrid, il Cagliari è temibile come il City di Guardiola. Il calcio se ne frega delle certezze dei ricchi arroganti, rinnega la banalità di un formato prestampato e ci insegna ogni settimana che resterà magico fino a quando un Davide abbatterà un Golia. È il rumore fragoroso del gigante che si abbatte al suolo a ridestare la passione, è fuoco che arde sul sentire come propria ogni ingiustizia e gioire quando lo sfavorito manda al tappeto la corazzata di turno. Non esistono Agnelli sacrificali. Tranne uno.

Sette vittorie nelle ultime dieci, con 23 punti raccolti su 30. C’è l’orgoglio, la rivalsa e la vendetta nel calderone emotivo che ha portato Gattuso a risollevare un Napoli che aveva sfiorato l’abisso. Arrivati al punto di rottura, forse anche oltre, si è generato l’effetto elastico della risalita. Senza certezza sul futuro, anzi con la certezza di salutarsi a fine anno, Rino ha reagito da uomo vero, seguendo una grande lezione: fare di ogni fine un buon inizio. Questa squadra ora ha il suo carattere e per uno che allena cercando di entrare nella testa dei suoi ragazzi è già una grandissima vittoria. Ora dritti verso l’obiettivo.

Otto a Politano che deve fare i conti con l’insopportabile sensazione del ‘Quasi’. È un titolare: quasi. Segna il gol più bello: quasi. Matteo merita invece un posto in copertina, perché è l’arma tattica che manda a brandelli la Lazio con quel mancino che tutto può e tutto move. Carica a testa bassa, ma non perde la lucidità scegliendo sempre la soluzione che può arrecare ferite più profonde all’avversario. È un sadico del pallone, un chirurgo che conosce alla perfezione l’anatomia di ogni rivale e sa toccare punti vitali: “Quando toglierò i pollici dalle tue terminazioni nervose ti rimarranno solo sette secondi di vita!”

Nove in campionato con un gol da favola che è una carezza che si inerpica su, fino al Paradiso. Ha pianto disperato, ha accarezzato con quel destro da favola piazzato all'incrocio dei pali la nonna scomparsa, per raggiungerla in qualche angolo di cielo. Le mani verso l'infinito, il pensiero che insegue il ricordo. Mertens e Napoli sono in simbiosi, vivono di emozioni che sono le stesse, ridono e piangono nello spazio di un battito d’ali di farfalla. Ciro, Partenope ti abbraccia e ti sostiene in questo dolore, sirena che questa notte canterà in ricordo di chi non c’è più ma non smetterà mai di esserci. Potere dei nonni.

Dieci a Insigne, che disegna calcio con la sua bomboletta a spray sulle pareti del suo stadio. Di casa sua. Degli arcobaleni di colore nascono dal destro del Magnifico e trovano conforto nel fondo di una rete, alle spalle dell’amico Pepe. Ma non sono illusioni ottiche, non c’è inganno ma solo sostanza nella prestazione del 24, che tocca 17 reti in campionato e si porta una grande fetta di questo Napoli sulle spalle. Leader tecnico, prima che emotivo. Il dibattito resta aperta, ma i sostenitori della tesi ‘È il miglior Insigne di sempre’ hanno ulteriori argomenti per sostenere la propria teoria. Che giocatore delizioso Lorenzo. Energia rinnovabile. E da rinnovare: capito De Laurentiis?