BUONANOTTE TUTTONAPOLI – "M'o dicite che è succieso in curva A?", Reina terrore dei dormiglioni, la speranza di esultare ancora con Stellone e "Viva viva 'o Senegal"

Buonanotte Tuttonapoli
05.02.2016 00:00 di  Dario De Martino  Twitter:    vedi letture
BUONANOTTE TUTTONAPOLI – "M'o dicite che è succieso in curva A?", Reina terrore dei dormiglioni, la speranza di esultare ancora con Stellone e "Viva viva 'o Senegal"
© foto di Tuttonapoli.net

MAGGIO, LOPEZ E STRINIC, ALTRO CHE PUNTO DEBOLE – Nel commentare la vittoria con la Lazio, la Gazzetta dello Sport ha trovato nelle prestazioni di Maggio, Strinic e Lopez il punto debole del Napoli. Insomma come a dire: con le 'seconde linee' la macchina non gira. In realtà Lopez ha giocato una gran bella partita. Certo non vale Allan, ma per questo è la sua 'riserva'. Maggio e Strinic hanno sofferto un po', è vero. Ma chi non soffre contro Candreva e Felipe Anderson, due tra i migliori esterni della Serie A? Certo non valgono Hysaj e Ghoulam, ma per questo sono le loro riserve. Insomma, a noi è parso il contrario. Il Napoli vince con autorevolezza contro la Lazio (non l'ultima arrivata) nonostante si privi di tre titolari. E chi li sostituisce disputa pure una buona partita. La Gazzetta ha individuato un punto debole, noi rintracciamo soltanto un punto di forza.

IL MISTERO DELLA CURVA A - "Io stò e casa a Fuorigrotta, e vulesse n’a risposta. Pe piacere, si qualcheduno e vuie o sa’, mo dicesse...che è succieso in curva A". Ci scuserà Edoardo Bennato, anzi Joe Sarnataro (lo pesudonimo utilizzato nell'album 'E' asciuto pazzo o padrone), se abbiamo cambiato il testo della sua "Sotto Viale Augusto", ma ci sembrava adeguata allo scopo. Anche i gruppi della Curva A in qualche modo "stanno e casa a Fuorigrotta" ed anche loro vogliono una risposta. Non vogliono sapere quanto durano i lavori della metropolitana, come si chiedeva Bennato nel 1992, ma perchè è ancora chiuso il loro settore. Dopo la gara con l'Empoli, anche in quella contro il Carpi la curva resterà con ogni probabilità chiusa (manca l'ufficialità, ma il fatto che il Napoli non abbia consentito ancora l'acquisto dei biglietti fa propendere verso il pessimismo). Praticamente la curva azzurra viene punita con lo stessa pena di quella laziale dopo i vergognosi cori razzisti verso Koulibaly ed i napoletani. Ai biancocelesti è disposta dal Giudice Sportivo, ai napoletani dal Casms (Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive) ma la sostanza è la stessa: due giornate col settore chiuso. Peccato che nel caso della Lazio il motivo sia chiaro ed evidente a tutti. Per quanto riguarda gli azzurri pare quasi un mistero. I media ne hanno parlato pochissimo. Si sa solo che durante la gara contro l'Inter un gruppo di tifosi avrebbe provato a sfondare i cancelli del settore ospiti. Chiariamo subito: se fosse così sarebbe un fatto grave e giustamente punibile. Ma come è andata veramente? Cosa è successo in concreto? Quanti erano gli 'assalitori'? Insomma, quanto è grave la faccenda? Nessuno lo ha spiegato bene. Segno che, ipotizziamo, evidentemente non sarà stato un assalto così feroce da meritare due giornate senza tifosi. La curva A resterà chiusa ancora una giornata e noi restiamo con tutti i nostri dubbi: "Che è succieso in curva A!?"

LA PAURA DI ADDORMENTARSI – Qualsiasi sia il mezzo di trasporto, c'è panico nel gruppo azzurro. Pullman, treni, aerei, colpisce ovunque. C'è chi gioca con il cellulare, chi legge libri e giornali, chi chiacchiera. Tutti cercano il qualche modo di tenersi svegli nonostante il viaggio spesso ti porti tra le braccia di Morfeo. Ma addormentarsi è un rischio grosso: Reina è pronto a colpire. Non riesce a trattenersi. Arriva alle tue spalle e scatta il suo selfie. Spesso è accompagnato da Higuain, Hamsik, Mertens, ma non ha paura ad agire anche solo. El Kaddouri e Luperto solo le vittime della trasferta (l'uno all'andata, l'altro al ritorno) con la Lazio. Nella truppa di Sarri non c'è spazio per le distrazioni e nemmeno per un sonnellino, Pepe Reina è pronto a colpire.

STELLONE FACCI ESULTARE ANCORA - "Sono un ex giocatore del Torino e del Napoli e cercherò di regalare una gioia ai loro tifosi". Parola di Roberto Stellone, oggi allenatore del Frosinone che domenica sfiderà la Juventus. Da calciatore in quattro precedenti non ha mai battuto i bianconeri (3 sconfitte ed un pareggio con la maglia del Toro) ma riuscì a segnare un gol quando vestiva d'azzurro. Stagione 2001-01, il Napoli appena ritornato in Serie A trova subito alla prima giornata la Juventus. Il calendario segna 30 Settembre 2000. Stellone è la punta centrale del 4-3-3 di Zeman. Il San Paolo è una bolgia: in 70mila per il ritorno al grande calcio, alla grande sfida. A cinque minuti dalla fine del primo tempo David Sesa s'invola sulla destra e mette al centro per Stellone che in scivolata fa urlare di gioia Fuorigrotta. Poi Kovacevic e Del Piero spensero i sogni di gloria azzurri. Stellone si infortunò la giornata successiva e saltò l'intera stagione, Zeman esonerato alla sesta giornata e il Napoli in Serie B alla fine del campionato. In numero 9, però resterà ancora a Napoli. In totale 4 stagioni, 102 partite 33 gol in azzurro. Sempre apprezzato a Napoli per carisma e attaccamento alla maglia, Stellone ha avuto più fortuna con la Juventus da allenatore. All'andata a Torino, infatti, l'ex attaccante riuscì col suo Frosinone a portare a casa uno storico pareggio. Ora vuole riprovare a fare il colpaccio. Napoli e Juve giocheranno in contemporanea. Se ci riuscisse potrebbe risentire fino a Frosinone l'urlo del San Paolo, lo stesso che sentì quel 30 Settembre 2000.

NAPOLI ULTIMO BALUARDO DI TOLLERANZA - "Onore al tuo colore, K2 vero lottatore". Con questo messaggio il Club Napoli Casal di Principe ha voluto esprimere la sua solidarietà a Kalidou Koulibaly, bersagliato dai buu razzisti dell'Olimpico. Napoli si stringe attorno al suo grande difensore e dà l'ennesima dimostrazione di essere patria di tolleranza. Per restare nel mondo del calcio, l'esempio più importante è quello dell'AfroNapoli, squadra di Prima categoria formata da ragazzi napoletani e tanti migranti provenienti da ogni parte del mondo. Perchè "lo sport è integrazione" non è solo una frase di speranza, a Napoli è realtà concreta. E lo è in ogni aspetto della vita quotidiana. Partenope accoglie chiunque voglia farsi ammaliare dalla sua bellezza. Se c'è un posto dove la discriminazione, d'ogni tipo, è fatto raro (non inesistente, e bisogna tenere alta la guardia) questo è Napoli. E ci vengono in mente le note di " 'O Scarrafone' del nostro Pino Daniele: "Io son stato marocchino, me l'han detto da bambino viva viva 'o Senegal"