Il Napoli bene nelle coppe, annaspa in campionato. Ma così la Champions resta un miraggio

Nella 27esima giornata della Serie A 2014-2015, il Napoli perde e male a Verona contro l’Hellas. Protagonista Luca Toni, con una doppietta, favorito da una Napoli inesistente.
16.03.2015 23:20 di  Vincenzo Perrella   vedi letture
Il Napoli bene nelle coppe, annaspa in campionato. Ma così la Champions resta un miraggio
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Chissà quante volte abbiamo detto: “Questa è la peggior partita stagionale del Napoli”. Fortunatamente, non tantissime volte. A Palermo, ad esempio, dopo il 3-1 incassato dai rosanero, ci è venuto spontaneo dirlo. A Torino, nella sconfitta 1-0 coi granata, ci è venuto spontaneo dirlo. Ma probabilmente, col Napoli, c’è sempre una partita peggiore di una precedente. E a Verona è successo proprio questo. Un Napoli così involuto, era impensabile.

Tre sconfitte nelle ultime tre trasferte, appena 4 punti in 5 partite. Fanno da contraltare le belle qualificazioni in Coppa Italia (dove il Napoli è semifinalista e con un piedino in finale, dopo l’1-1 dell’Olimpico con la Lazio) e in Europa League (dove il Napoli è agli ottavi e con grandi possibilità di passare ai quarti, dopo il 3-1 del San Paolo con la Dinamo Mosca). E in campionato? C’era il secondo posto a portata di mano, viste le difficoltà della Roma di quest’anno, malata di “pareggite acuta”. Ma nel momento topico, ecco gli ennesimi intoppi: sconfitta a Palermo, vittoria col Sassuolo, poi nuova sconfitta col Torino, quindi 2-2 interno con l’Inter (sprecato doppio vantaggio fino a 15 minuti dalla fine) e infine una nuova sconfitta nella fatal Verona. Cosicché, la Roma tira un sospiro di sollievo: il secondo posto è salvo. Allora il Napoli tiene blindato il terzo posto? Si giocherà di nuovo la Champions ai playoff? Nient’affatto. La Lazio e la Fiorentina, ma forse anche la Samp, sono in agguato.

Alla 27esima giornata della scorsa stagione, il Napoli aveva 55 punti. Alla 27esima di quest’anno, il Napoli ne ha 46. E non è tutto. Alla 27esima della scorsa stagione, il Napoli aveva segnato 54 gol, avendone subendone 29. Alla 27esima di quest’anno, il Napoli ha segnato 46 gol, subendone 35. E’ su questi numeri che bisogna ragionare.

Ma non sono solo i numeri a dire tutto. Abbiamo più volte chiamato in causa le responsabilità del presidente per il mancato completamento dell’organico azzurro. Questa squadra ha un attacco ottimo, impreziosito dall’arrivo di Gabbiadini. Ma gli altri reparti sono completamente anonimi. Con l’Inter avevamo chiamato in causa la mancanza di personalità. Ma non c’è solo quella. Il Napoli manca di qualità. Ha difensori lenti e senza tecnica di base (per quanto il curriculum di Albiol, ad esempio, sia di un certo livello). Gli esterni difensivi, fatto salvo Zuniga che però si infortuna spesso, hanno pochi mezzi dinamici e tecnici. Due di loro, Maggio e Mesto, sono in scadenza di contratto e a fine carriera. E i centrocampisti? Forse sono il tasto ancor più dolente della rosa azzurra. In Serie A ci sono squadre con difensori e centrocampisti in teoria peggiori del Napoli. Ma dai loro allenatori sono preparati meglio. Benitez, invece, cura poco la fase difensiva. E si vede.

Se il tecnico iberico è sempre stato un asso di coppe, è stato proprio perché ha visto e vede nelle coppe europee e nazionali il percorso più breve per vincere qualcosa. E prima di lasciare il Napoli, vuol cercare il colpaccio in Europa League e di rivincere la Coppa Italia (con la Supercoppa italiana già acquisita a dicembre). Un modo per poter dire: “Ho vinto ancora”, e poter accrescere il proprio curriculum. Ma se il Napoli non centra nuovamente la Champions League, saranno guai nella stagione ventura. Il nuovo allenatore (che oggi come oggi non può aspettare in eterno le decisioni di Benitez) potrebbe ritrovarsi un Napoli prino dei suoi migliori gioielli. E i migliori gioielli azzurri, sono in attacco. Conoscendo bene De Laurentiis, una stagione senza la massima competizione europea per club, significherebbe pochi investimenti. Fortunatamente mancano ancora 11 partite. E allora silenzio e pedalare.