Piccolo con le piccole ma grande con le grandi. Da Benitez a Sarri, così è il Napoli

Nella 6° giornata di Serie A 2015-2016, il Napoli torna alla vittoria contro la Juventus. Se i segnali di ripresa palesati coi laziali e i bianconeri si vedranno pure con le piccole, nessun traguardo sarà precluso.
29.09.2015 07:00 di  Vincenzo Perrella   vedi letture
Piccolo con le piccole ma grande con le grandi. Da Benitez a Sarri, così è il Napoli
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Il Napoli non vince in trasferta dal 19 aprile 2015 (Cagliari-Napoli 2015), 31esima giornata del campionato scorso. Perché abbiamo cominciato con questo dato? La risposta è semplice: il Napoli ha delle qualità notevoli, ma sempre gli stessi problemi. La regola valeva per Benitez ed ora vale per Sarri. Relativamente a questo campionato, la squadra ha perso punti con Sassuolo (sconfitta), Empoli (pareggio) e Carpi (pareggio). E guarda caso, tutte squadre di fascia inferiore agli azzurri. Ma se la sconfitta di Sassuolo è in qualche modo motivata dal fatto che si trattava della prima gara ufficiale col nuovo corso Sarri (anche se il Napoli ha giocatori nettamente superiori ai sassuolesi), se il pareggio di Empoli è in qualche modo giunto contro una squadra che ha fatto una preparazione estiva diversa dalla tua ed è più veloce di te, incomprensibile appare lo 0-0 di Modena col Carpi. Con gli uomini di Castori fanno gol tutti. Nelle altre cinque gare fin qui giocate hanno incassato 15 gol (da Samp, Inter, Fiorentina, Palermo e Roma). Solo il Napoli dunque non ha sfondato ed è uscito senza reti all’attivo contro la matricola emiliano-romagnola. Ciò mostra ancora una volta che i problemi a scardinare le difese schierate a barriera, è ancora un problema per il Napoli. In genere queste gare si vincono con un calcio di punizione diretto oppure con un colpo di testa in mischia. In questi due fondamentali, il Napoli non ha specialisti.

Al contrario, il Napoli si esprime alla grande contro le squadre che lasciano giocare. In questo caso, la squadra azzurra è una delle migliori d’Europa, potendo contare su uno tra i primi centravanti del continente (forse secondo solo a Lewandowski, in questo momento). Higuain ha già segnato 5 gol in 6 gare di campionato giocate, senza mai tirare un rigore. Ma anche gli altri attaccanti che completano la rosa stanno facendo benissimo: Insigne ha raggiunto una maturazione importante, sia come assist man che come goleador (già 3 gol in campionato, ultimo dei quali con la Juve). Callejon si è riciclato da uomo gol a uomo tattico del tridente azzurro. Mertens è quello che entra e ti spacca le partite, così come Gabbiadini. Il cambio tattico dal 4-2-3-1 prima e 4-3-1-2 poi fino all’evoluzone del 4-3-3 ha agevolato non solo l’attacco, ma anche il centrocampo, dove si registra la rinascita di Jorginho e la poliedricità di Allan, unita alla voglia di cancellare due anni negativi di Hamsik. Finora, solo la difesa ha ancora qualcosa da migliorare. Ma nelle ultime 4 gare (3 di Serie A ed 1 di Europa Legaue) ha preso soltanto un gol contro la Juve. Poi Pepe Reina non ha dovuto raccogliere mai il pallone in fondo alla rete.  

I progressi sono evidenti, ma se il Napoli riuscisse ad essere grande anche con le piccole, non sarebbe difficilissimo scalare la classifica che quest’anno non vedrà (a meno di cose clamorose) la Juventus come capofila. E’ un campionato apertissimo, dove anche Sassuolo, Chievo e Torino si stanno scoprendo grandi, grazie ai loro sistemi di gioco già collaudati che annullano le differenze tecniche coi club che hanno tattica e campioni in loro dotazione. Se pensiamo che nella stessa giornata hanno perso Juve, Milan ed Inter tutte insieme. Evento rarissimo nella storia del calcio italiano.

Un Napoli a ridosso delle prime anche a gennaio potrebbe aprire il cuore di De Laurentiis per completare questa rosa e cercare di arrivare sempre più in alto. Ma si riparte da 9 punti nelle prime 6 gare di quest’anno. La scalata è soltanto cominciata.