Da Zero a Dieci: l'ansia di Insigne, gli affanni di Maggio, la rabbia di Callejon e l'eroe senza invito

01.09.2014 10:35 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
tratta da twitter sscnapoli
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© foto di foto sscnapoli

Zero al clima che si è respirato nei giorni precedenti alla gara. Fucili puntati senza alcuno spirito critico, solo con l’obiettivo di distruggere. Errori, perché di quelli si tratta, ce ne sono stati senza dubbio nella preparazione di questo inizio di stagione. E guai a non sottolinearli. Questo clima da ultima spiaggia, però, dopo appena tre partite giocate rasenta davvero il ridicolo. Maledetti eccessi di una piazza che deve sempre complicare le cose.

Uno come il gol subito dagli azzurri. Rete che nasce ancora una volta da un errore individuale. Disattenzione che poteva risultare fatale agli azzurri. E’ lì che Benitez dovrà lavorare maggiormente. Il mantra da tenere sempre a mente è che l’attacco vende i biglietti, la difesa vince le partite.

Due alla mancanza di tempo scenico di Insigne. Lorenzo aveva sul piede l’occasione d’oro per lanciare un messaggio ad Antonio Conte ed a tutti i detrattori: piatto perfetto da servire per la vendetta. Peccato che Lorenzo sia stato colto da un evidente attacco di ansia da prestazione. E non è la prima volta.

Tre punti per iniziare bene il campionato. Tre punti per lanciare un chiaro messaggio alle rivali. Tre punti per iniziare a scrivere un nuovo capitolo di un libro che ha avuto un incipit dalle sfumature horror. Avanti Napoli.

Quattro al preoccupante processo di involuzione di Jorginho. Di quel ragazzo arrivato a campionato in corso dall’Hellas aveva colpito la personalità ed il carattere. Peculiarità che non sembrano appartenere al mediano timido visto in questo inizio di stagione. Sveglia.

Cinque i milioni versati nelle casse dell’Espanyol per David Lopez. Oltre le valutazioni tecniche, l’aspetto umano nello sport andrebbe sempre preservato. Gli insulti rivolti al calciatore dai tifosi – sarebbe curioso capire quanti di questo lo abbiano visto giocare almeno per qualche secondo – non fanno onore alla città. Benvenuto David.

Sei alla prestazione di Camilo Zuniga. Con i riflettori puntati, e con quella maledizione che lo perseguita dallo scorso primo ottobre, il colombiano sfodera una prestazione a fasi alterne ma alla fine risulta essere decisivo nella rete che può dare un volto nuovo al campionato. Non sottovalutare il cuore di un campione si dice spesso. Rafa, purtroppo, lo ha fatto nel doppio incontro con l’Athletic.

Sette stagioni in azzurro per Christian Maggio. Tanto fiato speso per la causa, forse troppo. Il motore dell’esterno non gira più come una volta e gli affanni dalle sue parti sono oramai una costante. Possibile che si voglia occultare il problema e trascinarlo per un’altra stagione. Sarebbe criminoso.

Otto alla leggerezza di Gonzalo Higuain. C’è un radar impiantato nel cervello del Pipita, capace di vedere cose che altri nemmeno possono immaginare. L’assist per la prima rete di Callejon è un trattato della sua tecnica, che gli permette di rendere facili anche le cose che non lo sono. E’ lui la luce da seguire per uscire da questo piccolo tunnel.

Nove all’ormai abituale destro al volo di Callejon. Sta diventando un marchio di fabbrica per lo spagnolo, chiamato al riscatto dopo l’opaco preliminare. Resta un po’ di amare per la reazione al momento del cambio. In un momento di tensione come questo, un campione deve trovare la forza di mantenere controllo assoluto della situazione. E’ la squadra che vince. E’ la squadra che perde. Ma che talento.

Dieci all’ultimo arrivato. Al protagonista che davvero non t’aspetti. E’ la voglia di andare oltre il conosciuto che porta l’uomo alle grandi scoperte. E’ la voglia di provarci fino all’ultimo secondo che porta un calciatore a migliorarsi gara dopo gara. L’olandese conferma sin da subito di avere queste caratteristiche. Un eroe a sorpresa in quel di Genova. Uno che sembrava nemmeno dovesse partecipare alla festa. Cento di questi giorni Jonathan.