Dopo tre vittorie di fila, sconfitta ad Empoli: nel segno della discontinuità

Nella 33esima giornata della Serie A 2014-2015 il Napoli cade ad Empoli, dopo 5 risultati utili consecutivi tra campionato ed Europa League (4 vittorie ed un pareggio).
01.05.2015 15:15 di  Vincenzo Perrella   vedi letture
Dopo tre vittorie di fila, sconfitta ad Empoli: nel segno della discontinuità
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© foto di Daniele Buffa/ Image Sport

~~Per tre settimane il Napoli ha fatto sognare i suoi tifosi. Dopo la sconfitta di Roma, sono giunte le vittorie con Fiorentina, Cagliari e Samp, intramezzate dalla gioia per la qualificazione alle semifinali di Europa League (vittoria all’andata e pareggio al ritorno col Wolfsburg). Attacco e difesa azzurra avevano trovato un compromesso. L’entusiasmo intorno alla squadra era tornato forte e i detrattori di Benitez erano stati ammutoliti. Lo stesso De Laurentiis si era convinto a riaprire le contrattazioni per il rinnovo del tecnico iberico: un altro anno con Benitez, poi Conte (che dopo gli Europei si libererà dalla nazionale), oppure cinque anni di contratto con l’ex Liverpool. La base sembrava solida. E c’era il rinnovo di contratto di Maggio, una mezza idea simile per Gargano e Britos.

Ma dopo Empoli, dopo l’ennesima prestazione stagionale incolore degli azzurri, dopo l’ennesima dimostrazione di scarsa personalità, dopo l’ennesima lezione tattica di un tecnico di bassa classifica… quale sarà l’idea del patron del Napoli? E quali saranno le idee dei tifosi? E quelle dei calciatori? I 5 punti di distacco dalla Roma e i 6 dalla Lazio sono rimediabili. Il calendario lo consente. Ma qui forse non è più una questione di classifica e di partite, ma di testa. E non sempre la testa dei giocatori del Napoli comanda le loro gambe nella maniera giusta. Contro la Samp c’era già stata una mezza avvisaglia, vista la qualità dei gol subiti contro gli uomini di Mihajlovic. Benitez aveva pure rischiato, non sostituendo Britos, che per un’ora aveva giocato con un cartellino giallo sul groppone ed aveva rischiato il secondo. Ma Benitez è così: sostituisco Higuain, sostituisco Gabbiadini, sostituisco David Lopez, ma non tolgo dal campo un giocatore ammonito, perché io sono un allenatore dalla mentalità d’attacco. Eppure, alla prova del San Paolo, Mihajlovic ha convinto di meno chi lo vorrebbe come prossimo occupante della panchina azzurra. Ecco il perché del ritorno di fiamma da parte di De Laurentiis per Benitez.

Ad Empoli, sul 3-0 (dunque, troppo tardi), Benitez si è inventato anche il cambio tattico. Un 3-5-2, più di posizione che di movimenti. Cinque attaccanti (anche se Insigne faceva quasi il terzino), ma nessuno in area di rigore. A centrocampo, Gargano ed Inler erano inadeguati, rispetto a Vecino, Valdifiori e Corce. L’attacco empolese Pucciarelli, Saponara e Maccarone sembrava composto da James Rodriguez, Cristiano Ronaldo e Benzema. E con tutto il rispetto per i tre italiani, non lo saranno mai. Il 4-2 finale al Castellani è giunto anche a causa di due autoreti. Sono già 4 in stagione. E tutte capitate su respinta goffa del portiere oppure per interventi maldestri a tre metri dalla porta azzurra, quasi a simboleggiare una errata collocazione tattica dei difendenti: come dire, posto sbagliato al momento sbagliato.

Comunque andrà questa stagione e comunque andranno le cose con Benitez, in questi due anni si sono vissute emozioni contrapposte. Si è visto calcio di primordine, si sono visti 12 punti in Champions (ma il non passaggio del turno), si sono visti tanti gol fatti e subiti, si sono viste proposte portate sul bancone del presidente. Ma anche tanta, troppa confusione. Dal calciomercato al campo ci deve essere continuità di idee. A Napoli invece sembra che questa filiera sia spesso interrotta da idee diverse tra tecnico e società.

Si riparte dai 56 punti in 33 giornate per mettere un lucchetto sulla prossima Europa League e per cercare l’ultimo assalto alla Champions. Ma la sensazione è che per quest’ultimo traguardo, occorrerà vincere l’attuale Europa League. Un bell’obbligo, piacevole, storico. Ma rischioso. Che resti o non resti Benitez, il Napoli deve andare avanti!