"Giocano sempre i più forti, anche non al meglio", in Olanda il peggio arriva nel post: da Sarri messaggio devastante per rosa e società

07.12.2017 15:40 di  Antonio Gaito  Twitter:    vedi letture
"Giocano sempre i più forti, anche non al meglio", in Olanda il peggio arriva nel post: da Sarri messaggio devastante per rosa e società

La sconfitta col Feyenoord rischia di essere l'aspetto meno negativo della trasferta di Rotterdam. Il Napoli ha rimediato una brutta figura, denotando ancora poca mentalità quando chiamato a vincere una gara con un avversario nettamente inferiore nel momento in cui la gara stessa perde di valore (non a caso dal 30' in poi, sul 2-0 dello Shakhtar, facendo ancora peggio nella ripresa). Una situazione alla fine non imperdonabile per una squadra che nell'anno solare sta avendo un rendimento record e che domenica non è escluso possa ritrovarsi di nuovo in testa al campionato battendo la Fiorentina. L'aspetto più grave però sembra emerso nel post-partita.

A partire dal nervosismo di Maurizio Sarri in conferenza stampa (clicca qui), ingiustificato al di là di ogni possibile punzecchiatura nella domanda e considerando che da mesi al tecnico vengono rivolti dai media quasi esclusivamente elogi - meritati - per quanto sta facendo. Tra le tante risposte del tecnico azzurro, però, quella che può portare conseguenze maggiori è sicuramente quella sulla gestione della rosa, che portò già ad uno sfogo di ADL a Madrid e che può condizionare chiaramente la società a meno di un mese dal mercato di riparazione.

A domanda esplicita sull'attingere motivazioni per questa sfida da chi ha giocato meno o da chi non ha mai giocato da titolare, Sarri ha risposto senza mezze misure, spiegando la sua gestione: "Quando si parla di gestione della rosa avete le idee confuse. Gestire la rosa non significa dare gli stessi minuti agli stessi. L'obiettivo è fare punti - ha proseguito -. Se uno che sta giocando è stanco ma più forte di uno che non sta giocando ed è riposato, giocherà quello più forte: l'80% di 10 è 8 mentre il 100% di 7 è 7. Alcuni per noi sono indispensabili e devono stare in campo sempre. Del resto non mi interessa niente, anche perchè li vedo io i giocatori. La gestione è vincere". Parole che non si sposano con la filosofia di un grande club, neanche ad un club del livello del Napoli - che la sua panchina, con tutti i limiti del caso, l'ha costruita in tanti anni - e che lancia un messaggio devastante per tutti i componenti della panchina che si allenano sapendo che non giocheranno neanche quando i compagni non sono al meglio e di questo passo saranno costretti a guardarsi intorno per proseguire la loro carriera.

Siamo già a conoscenza ad esempio della posizione di Strinic, andato via nonostante l'offerta di un nuovo contratto da parte del club, e come accoglieranno queste parole elementi come Marko Rog, ancora fermo a zero partite da titolare dopo che l'anno scorso fu il migliore con Roma e Juve? Per non parlare di Maksimovic e, senza l'infortunio di Ghoulam, dello stesso Mario Rui (mai impiegato fino a quel momento e per questo ancora alla ricerca della condizione) ed in attacco anche di un giocatore esperto come Giaccherini o di un talento come Ounas, devastante nell'ultimo quarto d'ora ieri e già etichettato come ragazzino, quando nella Roma di Di Francesco - ad esempio - ruota normalmente anche il '97 Under. E la differenza tra titolari e riserve rischia di essere solo una scusante: persino nella Juventus dei top-player a centrocampo trova spazio Sturaro con 5 partite da titolare, pur avendo davanti elementi di livello assoluto. Il risultato della gestione di Sarri, improntata al "gioca chi è più forte, anche non al meglio" non ha prodotto rotazioni con le piccole (per dare condizione e possibilità di crescere realmente alle seconde linee ed un minimo di fiato ai titolari), ma un accenno di pubalgia per Insigne e partite come quelle con Chievo, Juventus e Feyenoord con titolari scarichi, senza brillantezza, fino ad alcuni che hanno collezionato un altro 5 in pagelle giocando quasi da fermo, a partire da Hamsik e Callejon che a questo punto pagano anche colpe non loro.  Se il tecnico azzurro vorrà veramente "arricchirsi", come detto in quella famosa conferenza stampa, dovrà dimostrare di essere da top club a partire dalla gestione della rosa con le piccole. Nel Napoli, per ora, dovrà dimostrare di poter arrivare "vivo alla spiaggia" per usare una metafora cara al suo predecessore.