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Bello per vincere: la meravigliosa condanna di questo Napoli

di Arturo Minervini

Esiste solo la Fiorentina. Nella testa, nei pensieri, nelle gambe. Il Napoli deve trovare la forza di mettersi alle spalle questa settimana complicata, liberare l’armadio da qualche scheletro che sembra comparire. Ora c’è il futuro davanti, il passato è soltanto una lezione che avremmo dovuto imparare. La sfida con la viola sarà importante per testare il livello di maturità, per verificare la condizione fisica e significativa per la classifica, considerando il vantaggio di conoscere già il risultato della sfida tra Juventus ed Inter.

Niente da fare. Ci avevamo provato a convincerci che questo Napoli potesse scendere a compromessi, che il suo cinismo potesse in qualche modo indicare una crescita, o una parziale svolta rispetto al recente passato. Avevamo accolto con soddisfazione la vittoria di Udine, sottolineando la capacità della squadra di portare a casa una vittoria con il minimo sforzo. Su certi aspetti è sicuramente cambiato qualcosa in questa squadra, ma lo stesso Sarri ha poi ammesso che quella gara rappresentava comunque un campanello d’allarme su una brillantezza che andava affievolendosi.

È la meravigliosa condanna di questo Napoli, il sacrificio sull’altare della bellezza. È una squadra strutturata geneticamente in maniera diversa da tutte le altre, che ha come centravanti un bomberino che non raggiunge nemmeno i 170 centimetri d’altezza. Questo basta a raccontare quanto sia diverso questo Napoli, quanto basi i propri successi sullo sviluppo del suo gioco. È un legame quasi indissolubile, che ti punisce non appena cerchi di intraprendere una strada differente. Con la Fiorentina la speranza è che certi automatismi tornino a funzionare come perfetti ingranaggi di un orologio che segna sempre l’ora esatta. Il movimento senza palla è la chiave di tutto il discorso, la velocità di pensiero e di palleggio le compagne smarrite nelle ultime settimane da ritrovare il prima possibile. Testa salda, petto in fuori. È il momento di prendere ago e filo e cucire troppe bocche che stanno celebrando con troppo anticipo il funerale di questo Napoli. 


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