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"Estasiati da Meret, era un predestinato!", la sua prima scuola calcio racconta: "Ha una grande qualità, c'è differenza con Donnarumma! Di Natale..."

12.03.2019 09:02 di  Fabio Tarantino  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA - "Estasiati da Meret, era un predestinato!", la sua prima scuola calcio racconta: "Ha una grande qualità, c'è differenza con Donnarumma! Di Natale..."
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"Un onore ammirarlo protagonista con la maglia del Napoli". I guantoni di Alex Meret hanno afferrato il futuro partendo dalla Donatello Calcio e poi, solo dopo, dall’Udinese. Un anno di crescita raccontato da Simone Ronco, attuale presidente della Donatello, grande amico di Totò Di Natale, storico capitano bianconero che ha legato il suo nome, recentemente, proprio alla scuola calcio friulana: “Chi ha conosciuto Meret, era la stagione 2006/07, lo ricorda e me lo descrive sempre come un ragazzo molto promettente. Lo prelevarono dal suo paese nativo, a pochi passi da Udine, prima che l'Udinese lo accogliesse nel suo settore giovanile. Faceva coppia con Scuffet - le parole di Ronco a Tuttonapoli.net - e si capiva subito fosse un predestinato. Per noi c’è tanta soddisfazione, come Meret diversi giocatori cresciuti con noi sono arrivati in Serie A, tra questi anche Petagna. Ciò vuol dire che il lavoro paga”.

IL PICCOLO ALEX -  “Meret è sempre stato più maturo dell’età che aveva. Trasmetteva sicurezza a tutto il reparto e non è un caso che sia destinato a diventare, con Donnarumma, il futuro dell’Italia”. A proposito del paragone col rossonero: “Donnarumma è più prestante fisicamente, ma in passato alternava errori a grandi interventi. Meret, invece, ha un rendimento lineare e costante”. Il racconto s’arricchisce anche della testimonianza di Paolo Miano, ex centrocampista azzurro nella stagione 1987/88, oggi allenatore alla Donatello: “Quando allenavo Scuffet, Meret - un anno più piccolo - era nel pulcini B. Di entrambi si notavano le immense qualità. Di Alex sorprendeva la grande personalità”.

LA SCALATA - Miano prosegue: “Ho vissuto gli ultimi 7-8 anni con la prima squadra dell’Udinese e quando Meret si univa ai grandi sorprendeva tutti. I suoi compagni rimanevano estasiati a guardarlo. Si capiva bene che, salvo casi particolari, Meret avrebbe avuto un futuro luminoso”. C’è spazio per un retroscena: “Quando Di Natale decideva di calciare, durante gli allenamenti integrativi, chiamavano Alex in porta e stupiva, di lui, la grande tranquillità. Riusciva a rendere semplici le cose difficili”.

PARAGONE CON SAMIR - Miano ‘accomuna’ i due, Meret e Handanovic, per la capacità di calciare con entrambi i piedi: “Una dote non innata, ma sulla quale hanno lavorato per tanto tempo”. La Nazionale è un doveroso traguardo: "Anche se la concorrenza è tanta - sottolinea Miano - e Donnarumma, oggi, rappresenta lo Zoff degli anni '80, quando tutti i portieri arrivavano dopo di lui. Ma Meret, che s'è lasciato alle spalle i problemi fisici, riuscirà sicuramente a candidarsi per l'altro azzurro".