Guido Clemente di San Luca a TN - "Spalletti faccia tesoro degli errori commessi. Un pensiero al moviolista di Dazn"

Guido Clemente di San Luca, Ordinario di Diritto Amministrativo all'Università della Campania Luigi Vanvitelli, ha espresso per Tuttonapoli le sue considerazioni successive alle sfide di Cagliari e quella persa contro il Barcellona.

27.02.2022 12:15 di  Redazione Tutto Napoli.net  Twitter:    vedi letture
Guido Clemente di San Luca a TN - "Spalletti faccia tesoro degli errori commessi. Un pensiero al moviolista di Dazn"

Guido Clemente di San Luca, Ordinario di Diritto Amministrativo all'Università della Campania Luigi Vanvitelli, ha espresso per Tuttonapoli le sue considerazioni successive alle sfide di Cagliari e quella persa contro il Barcellona.

Scriver di pallone mentre è in corso l’infame aggressione dell’Ucraina si può solo se privi di ritegno. Per farlo bisogna vincere il pudore. Lo faccio quasi fosse un antidolorifico, come un rimedio all’angoscia che provo per il popolo ucraino e per le sorti dell’umanità intera. Naturalmente, non v’è un argomento che non sia possibile oggetto di confronto. Ma mai con la pistola sul tavolo. Ben si possono affrontare nel merito le ragioni e i torti di qualunque parte. E certo, in generale, l’imperialismo capitalistico dell’occidente (non più lodevole di quello russo-cinese) non può ritenersi esente da responsabilità. Tuttavia, prima di tutto e a prescindere da tutto, no alla guerra! La pace è il presupposto indefettibile per poi, ma solo poi, discutere di torti e ragioni.

Ciò premesso, e soltanto per – come diciamo a Napoli – «sbaria’ nu poc’ c’a capa», vorrei proporre una riflessione sulle ultime 4 partite degli azzurri (con Inter, Barcellona, Cagliari e Barcellona). Anche all’esito dei due ennesimi pareggi delle milanesi ed in vista della sfida alla Lazio.

Comprendo e mi spiego la rabbia nei confronti della squadra e dei giocatori. Faccio però fatica a giustificarla. Ovviamente anch’io ci son rimasto male. Malissimo! E la domanda che tutti si fanno senza trovare risposta è più che fondata: perché questa squadra fallisce sempre al momento decisivo? Non mi pare proprio si possa rimproverare ai calciatori uno scarso impegno, oppure la mancanza di attaccamento alla maglia. Men che meno al capitano (chi lo fa svela il suo odioso preconcetto). Certo v’è un difetto di personalità. Lo si dice da tempo. Ma si era creduto – evidentemente a torto – che Spalletti vi avesse posto rimedio.

Appare difficile criticare le scelte del mister nella partita di Cagliari. Incerottati come eravamo, quella è sembrata formazione sensata e condivisibile. Forse sarebbe stato preferibile portare Elmas in panchina, per avere un cambio efficace a centrocampo, e schierate subito Ounas insieme a Mertens a supporto di Petagna. Ma di sicuro non è stata questione di aver snaturato il modulo difensivo (difesa a 4 o a 3). Almeno finché c’è stato in campo Di Lorenzo, a me è parso comunque che ci stessimo difendendo a 4, con Rui centrocampista aggiunto ai due abituali, e due trequartisti dietro la punta. Se i medici hanno suggerito di ‘gestirli’, è stato giusto non rischiare Osimhen e Fabian titolari. Piuttosto ci si deve interrogare sulla oculatezza nella gestione complessiva delle risorse una volta tornati disponibili quasi tutti i giocatori. Le domande dunque sono altre: perché Demme ancora non è tornato in forma? Perché Mertens è apparso nuovamente opaco? Perché nelle due precedenti abbiamo perso prima Lobotka e poi Anguissa?

E si ripropongono pari pari per la gara di ritorno col Barcellona. Secondo me, le risposte più plausibili sono nella non felice amministrazione delle forze da parte dello staff tecnico. Uno fra Elmas e Zielinski doveva cominciare dalla panchina. Così come Rui, partendo con Ghoulam, fisicamente più adeguato su Traorè. Così avremmo potuto disporre di ricambi freschi per il centrocampo (privo di Lobotka e Anguissa). E davanti, insieme a Insigne e Osimhen, si doveva schierare uno fra Mertens, Ounas e Politano. A mio parere, insomma, Spalletti non può andare esente da critiche.

Né sembra molto commendevole blandire in modo così sfacciato Napoli e i napoletani. Per risultare veramente convincente, il suo sposare la causa ‘territoriale’ avrebbe dovuto esser meno repentino. Ne è un esempio il fatto che, per spronare i giocatori ed eccitare la piazza, invocando il coraggio, ha scomodato il Che. Bastava ricordare il nostro antico detto secondo cui «Chi nun téne curaggio nun se còcca cu ’e femmene belle». E però poi le sue scelte tecnico-tattiche non sono parse del tutto coerenti con l’invocazione. Speriamo che faccia da subito tesoro degli errori commessi. E che non vada sprecata l’ennesima occasione (peraltro assai difficile da cogliere).

Concludo con un amaro interrogativo retorico. Mi chiedo quale colpa dobbiamo espiare per esser condannati alla voce da ‘Cassazione’ dell’ex arbitro avvocato Marelli dispensata da Dazn. Giudica sulle decisioni dei direttori di gara e del Var, nella emittente assegnataria del servizio (reso in modo pessimo) di trasmissione dello sport più popolare nel paese, come fosse l’oracolo della verità assoluta, esprimendosi in maniera assertiva e con presuntuosa saccenza, laddove sovente esibisce invece una – a dir poco – approssimativa e inadeguata conoscenza delle regole giuridiche che andrebbero fatte rispettare.