Pandev: "Il Napoli si è fatto vivo, Mazzarri non poteva garantirmi il posto da titolare"

L'attaccante macedone dovrebbe firmare un quadriennale con l'Inter nei prossimi giorni
31.12.2009 14:27 di  La Redazione   vedi letture
Fonte: Gazzetta
Pandev: "Il Napoli si è fatto vivo, Mazzarri non poteva garantirmi il posto da titolare"
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© foto di Alessandro Pizzuti

L’Inter in testa, appena fuori dal tunnel di un 2009 da emarginato. Nella sua Strumica, Goran Pandev ha ritrovato il sorriso. Si è appena sposato con Nadica, la sua ragazza da sempre, e ad aprile sarà pure padre. Poi, con l’anno nuovo, il cambio di maglia. O meglio: il ritorno alla base. Goran in questi giorni si divide tra casa e il campo di allenamento del Belasica, il club che lo lanciò ad appena 16 anni nella Amacedone.

Ogni tanto un rapido passaggio al bar 19, il suo locale che porta appunto il numero preferito del capitano della nazionale macedone. Ma in nerazzurro quella maglia è già assegnata a Cambiasso. Così sceglierà tra la 16 e la 18. Più chiare le cifre del contratto: 3 milioni annui (a crescere) sino al 2014. Ci ha dato appuntamento al telefono subito dopo l’allenamento quotidiano, a una settimana esatta dalla sentenza che lo ha liberato dalla Lazio.

Logico chiedergli innanzitutto come va. "Molto meglio grazie. Ho appena finito di correre. Qui a casa mi sono finalmente potuto rilassare dopo un periodo molto duro. Per lo stress avevo perso quattro chili. Non immaginavo che il lodo arbitrale m’avrebbe messo tanta agitazione. In campo scarichi la tensione giocando, stavolta ho accumulato e basta, per mesi. Il giorno del verdetto è stata tale l’emozione da causarmi un’esplosione violenta".

E si è sfogato contro Lotito, Tare e Ballardini.
"Se ho esagerato mi spiace e chiedo scusa. Però mi sono sfogato dopo troppe inesattezze raccontate al processo. Ho conosciuto lati del carattere delle persone che neanche immaginavo potessero esistere".

Ma ora può pensare positivo...
"A Roma sono stati anni meravigliosi e sto pensando di comprare pure casa nella capitale. Lì sono diventato uomo e calciatore affermato. E poi il rapporto con tutto l'ambiente è stato unico. C'era un legame di stima e fiducia con tutti. Perfino col presidente..."

Sino a quando?
"Io per natura do fiducia al prossimo e quando Lotito divenne presidente della Lazio sentivo di potermi fidare di lui. Il primo anno, quando ancora ero in comproprietà con l'Inter mi lasciai convincere a rinnovare il contratto alle sue cifre, ben inferiori a quelle pattuite con i nerazzurri. Per Lotito era indispensabile il mio sì altrimenti avrebbe dovuto restituirmi all'Inter. Non poteva rinnovare certo la compartecipazione col mio accordo in scadenza. Così scelsi di rinnovare con la Lazio e rinunciai ad un bel po' di soldi".

Poi che è successo?
"Siamo andati in Champions League, ho segnato 5 gol, 3 al Real Madrid, un anno fantastico. M'aspettavo il rinnovo. Niente. Passa un anno. Ancora niente. Non solo: un giorno scopro che ai compagni in trattativa per il rinnovo il presidente indica la cifra del mio ingaggio".

A quale scopo?
"Non lo. Ma la storia mi ha avvilito, mi sono sentito tradito. Da quel momento non mi sono più sentito a mio agio".

E poi ha chiesto la risoluzione contrattuale...
"Andarmene così, attraverso una sentenza, non è quel che avrei voluto. Si potevano evitare questi ultimi mesi di rancori, polemiche e ingiustizie".

Chi le è caro alla Lazio?
"Bonetto, il mio ex compagno De Silvestri, Kolarov, Manfredini, Ledesma, un paio di amici in società che preferisco non nominare, non si sa mai. Loro lo sanno. Ma soprattutto grazie alle tantissime persone che in questi mesi mi hanno rincuorato. Il rapporto con la gente laziale è stato e resterà sempre fantastico. Loro sono le vere vittime di questa brutta storia".



A proposito di Kolarov: lo vuole l'Inter
"Lo prenda subito, fa un ottimo acquisto. Non scopro io le sue doti, ma di sicuro è un ragazzo con la testa a posto".

Ormai ci siamo. L'Inter la aspetta. Magari gioca subito
"Calma. In questi giorni m'hanno chiamato in tanti e ho cambiato numero di telefono".

Vuol dire che non ha bisogno di nuove proposte...
"Le offerte fanno piacere, eccome. Il Siviglia si è comportato con me in maniera straordinaria, ancora ieri il presidente e il direttore generale erano pronti a salire su un aereo per venirmi a parlare a Strumica. Grande società e bellissima città. Ma pure Juve, Milan, Napoli, Zenit e City si sono interessati a me. Fa solo piacere".

Insomma Pandev, si sbilanci.
"Vuo farmi dire che voglio l'Inter? D'accordo: voglio l'Inter. La voglio con tutte le mie forze. Va bene?".

Allora spieghi il perché.
"Ci sarebbero molte valide ragioni, la principale è che hanno tentato di acquistarmi fino a tre giorni dalla chiusura del mercato di agosto. Branca ha offerto molti soldi, malgrado fossi a 10 mesi dalla scadenza del contratto. E poi non dimentico una frase di Mourinho dell'inverno scorso: disse che uno come me non andava mai venduto".

E' in cerca di rivincite?
"Tutt'altro. L'Inter ha significato l'inizio della mia carriera. Tutto è cominciato grazie all'Inter e chissà dove sarei ora senza la società di Moratti. Era il 2001 avevo diciotto anni me ne andavo di casa per la prima volta. Entrai a Internello che mi sembrava di toccare il cielo con un dito. Beppe Baresi, Piero Ausilio, Casiraghi, il massaggiatore Luigi Sessolo, il mister Corrado Verdelli, tutti mi hanno accolto con grande amicizia e responsabilità. E poi le partitelle del giovedì ad Appiano con Ronaldo, Vieri, Zanetti e la domenica in tribuna a San Siro con un sogno allora troppo enorme da confessare".

E' vero che ha chiesto garanzie a Mourinho?
"Con Mourinho non ho mai parlato in vita mia, non so neanche cosa significhi chiedere garanzie. Io so che con Mourinho gioca chi è più in forma. Ha lanciato due giovani come Balotelli e Santon e non guarda in faccia a nessuno. Con grande onestà pur col massimo rispetto per tutti all'Inter, non ho paura di giocarmela".

Anche il Napoli s'è fatto vivo sino all'ultimo.
"A Napoli c'è un bravo allenatore che sa valorizzare gli attaccanti ma neanche lui può garantire il posto a nessuno".

La concorrenza di Milito, Eto'o e Balotelli la spaventa?
"Quei tre sono il meglio che possa avere una squadra in attacco: classe, fiuto del gol, tecnica, velocità. E' già un attacco atomico, spero sia ancora più temibile con il mio apporto. Metterò in crisi Mou".

Cosa porta in più all'Inter?
"Credo di poter giocare in più ruoli in avanti. Ci saranno tantissime partite e quindi spazio per tutti. So di entrare in un gruppo forte: la scommessa è di essere decisivo, far gol, anche in mezz'ora".

Allora quando firma?
"Torno a Roma dopo Capodanno. Vediamo cosa accadrà nei giorni successivi. Tra un anno sarò cittadino italiano e non vedo l'ora che mio figlio nasca e cresca in Italia".