Da Zero a Dieci: il piano anti-Napoli degli sciacalli, la furia di Allegri, l’appello disperato al Var per la Juve e gli zombie nel letto

19.04.2018 11:16 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Da Zero a Dieci: il piano anti-Napoli degli sciacalli, la furia di Allegri, l’appello disperato al Var per la Juve e gli zombie nel letto
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© foto di Insidefoto/Image Sport

(di Arturo Minervini) - Zero a gli sciacalli rimasti a bocca asciutta. Si erano già vestiti di nero, avevano assoldato un esercito di prefiche pronte a versare finte lacrime, convocato un prete per l’estrema unzione ed ultimo saluto. Si stavano già interrogando su un fallimento, che solo a parlarne bisognerebbe applicare d’urgenza la legge 104. Li hanno visti vagare nel limbo che si sono costruiti, condanna eterna all’insoddisfazione di chi ha scelto di non essere nulla, di lasciare condizionare le loro idee da dove tira il vento. Senza infamia e senza lode, ora hanno la faccia dipinta d’azzurro ma se guardate bene, erano già pronti per vestirsi a lutto.

Uno al massimo il minuto di sonno alle spalle. Non è stata una notte, è stata una lunga veglia quella dei napoletani dopo il turno infrasettimanale. Come lattine red bull coricate sul letto, con l’adrenalina che ancora faceva su e giù in ogni angolo del corpo. Provi a chiudere gli occhi, ma è come se restassero sempre aperti e sbarrati verso uno scenario inatteso. Ti giri, ti rigiri, pensi a Sarri, alla formazione, a cosa potrebbe accadere domenica sera se mai dovesse accadere quello che speri. In città si potrebbe girare il primo episodio della prossima stagione di The Walking dead, con una valanga di vaganti che nel cervello hanno solo l’azzurro. Una notte che vorresti non passasse, mentre i ricordi si saldano alla memoria e le emozioni bollono ancora nel pentolone chiamato cuore. Il calcio è di chi lo ama. Il calcio ti toglie il sonno. Il calcio è la metafora più incredibile di quanto la vita possa ribaltare le tue prospettive in un singolo attimo.

Due a due: la rete che scende dal cielo a miracolo mostrare ed a dare un nuovo senso al tutto. Albiol salta, ma non salta da solo. Mentre spinge verso il basso per andare a prendere quel pallone in cielo, dalla terra arriva un'energia incontrollabile. L'ascensione di Raul è atto ultraterreno, miracolo tutto napoletano che ha sempre una macchia di spagnolo. Nel momento di maggiore difficoltà, quando tutto sembrava finito, tutto rinasce. È un premio alla costanza, inno alla resilienza che al confronto Will Smith in La Ricerca della Felicità era uno che si arrendeva alla prima difficoltà. È la volontà di un popolo che diventa sogno di rivoluzione. San Paolo batte Udinese 4-2. A voi studio...

Tre presenze ed una rete, dopo la zuccata stampata sulla traversa con il Chievo (lo scorso anno tre presenze e due reti). Tonelli col gol flirta come Ryan Gosling al bancone di un bar con in mano un bicchiere di Martini Dry. Il creatore non gli avrà dato la tecnica sopraffina di Albiol, il senso dell’anticipo di Koulibaly, ma gli ha dato un cuore che il torace fatica a contenere. Gli ha dato attaccamento, senso del dovere, etica del lavoro che non si comprano su Amazon e ti arrivano a casa. No, queste cose devi andartele a prendere ogni giorno col sudore, allenandoti fino a che non arriva il tuo momento. “Una fede: quanto è di più necessario all’uomo. Disgraziato colui che non crede in nulla”. Lorenzo ci ha sempre creduto. 

Quattro punti, che dopo il gol di Ingelsson erano nove. Come il capitolo di Kill Bill ‘La tomba solitaria di Paula Schultz’, il Napoli era stato sepolto sotto una montagna di terreno e rinchiuso in una gabbia di legno. Poi, accade qualcosa, una voce da dentro ed una da Crotone. In quel preciso momento, niente diventa impossibile. Sporco di terra, con gli occhi stanchi, il Napoli si libera da quella gabbia ficcata nel terreno e risale. Si intravede una mano, poi tutto il resto. C’è ancora luce, c’è ancora aria. Chi voleva seppellire questo sogno dovrà attendere ancora, almeno fino a domenica sera. Questo Napoli può anche cadere al tappeto, ma chi pensa di batterlo per ko non ci ha capito proprio nulla. 

Cinque alla fine. Dopo lo scontro diretto per il Napoli resteranno Fiorentina, Torino, Samp e Crotone da affrontare. La Juve avrà Inter e Roma fuori e Bologna e Verona in casa. Guardiamo il calendario e proviamo a fare calcoli di matematica avanzata come Matt Damon in Will Hunting, ma  alla fine è tutto inutile. I pareggi della Juve contro Spal e Crotone hanno completamente mandato in fumo ogni convinzione, affidando questo finale ad un meraviglioso caos. Caos come imprevedibilità di sistemi complessi, variabili impazzite che determinano risultati impazziti. Niente calcoli, dunque. È arrivato il tempo di mettere da parere la calcolatrice. Da qui alla fine contano gli uomini, gli sguardi, il coraggio di superare limiti che spesso, sono solo paure.

Sei metri sopra il cielo, altro che Moccia. Vola alto Simy, vessillo di Giustizia che rende complicato il cammino dei potenti. Sembra CR7 mentre si inarca con la schiena e beffa proprio Benatia, orribile protagonista della settimana juventina. È una favola calabrese che diventa immediatamente napoletano, gemellaggio virtuale che si rincorre nell’etere tra lo Scida ed il San Paolo. Un batti e ribatti di voci, sensazioni, rumori, indiscrezioni fasulle che fanno impennare il battito. “Ha segnato la Juve?”. Sì? No? Forse!" Gli ultimi dieci minuti di Napoli-Udinese non li ha visti nessuno, davvero nessuno. C’erano radioline, smartphone collegati in terra calabra. Quanto è meravigliosa la contemporaneità? Quanto male hanno fatto le televisioni al nostro calcio?

Sette ai piagnistei che arrivano da Torino, con Tuttosport che fa vittimismo in prima pagina. Ridicola strategia di spostare la pressione, ennesima brutta figura che non deve in nessun modo cambiare la realtà. Sarri dice ‘andiamo a divertirci” perché vuole spostare l’attenzione ed alleggerire i suoi, scelta perfetta sul piano della comunicazione. Allegri è furioso, però, mai sottovalutare i giganti feriti, capace di trovare risorse nascoste. Speriamo che, tra queste, non ci siano episodi arbitrali dubbi come quello che ha portato alla convalida del gol di Jankto. Che sia una gara ad armi pari, almeno per una volta…

Otto reti in campionato per Insigne. Bastano pochi minuti per capire che è una di quelle notti, dove Lorenzo è caldo e dove ti porta in fondo lo decide lui. Disegna calcio sul terreno di gioco, prende il compasso e fa girare Nuytinck come fosse una bambola. L’effetto, per il difensore dell’Udinese, è stordente: rischia la labirintite. Il risultato, per il Magnifico, fonde bellezza e concretezza, spavalderia e leadership. Non sarà mai uno come tutti gli altri, con tutti i suoi difetti e con quella valanga di pregi che lo rendono un giocatore destinato, comunque, ad incidere in maniera pesante sulle sorti del Napoli. Con l’Udinese sceglie il modo migliore per incidere, come una puntina che accarezza un vinile degli AC/DC: a costruire l’autostrada per l’Inferno per l’Udinese inizia proprio Lorenzo…

Nove come un nove col fisico da nove. Sarri sceglie Milik ed Arek spacca la partita come uno scultore attacca con lo scalpello un marmo per dare vita alla sua opera. Lotta su ogni pallone, fa salire la squadra e si trova nel momento giusto al posto giusto per la rete che vale il sorpasso. Coi passi pesanti, scuote le certezze dell’Udinese come un bicchiere d’acqua che oscilla per l’arrivo di un T-Rex. C’è forza e consapevolezza, quella fame smisurata che nasce in chi ha un chiaro conto aperto con il destino. Le stelle hanno indicato una via chiara, precisa: a Torino sarà difficile tenerlo fuori, complicato cambiare una volontà che sembra imporsi dall’alto. E c’era qualcuno che aveva dimenticato quanto fosse forte, perché la memoria trattiene solo quello che l’intelletto riesce a comprendere. Qualcuno, di Arek, non aveva capito una mazza…

Dieci a questi giorni verso la sfida alla Juve. Alla palpitazione, all’attesa, alla possibilità di prendere una navicella di carta e volare leggeri dentro ad un sogno. È l’amore che attendi, un bacio che desideri ardentemente, un abbraccio che vorresti fosse così caldo da scioglierti. Ad un passo dall’impresa, con la rivoluzione negli occhi della gente che cammina per strada. Non servono parole, bastano sguardi che si incrociano. Perché le rivolte nascono così, spontanee, per strada. Cancellano ogni distinzione e ceto sociale. Napoli si è messa in testa questa pazza idea, una follia che porta fino ad un palazzo virtuale. Una casa di carta che deve essere abbattuta, con l’aiuto di tutti. Viva le attese, che ti fanno sentire vivi. Viva la speranza, che ti accompagna nei giorni e non li rende tutti uguali. Viva questo Napoli, così parte integrante della struttura genetica di ogni napoletano. Dna come eredità ai posteri, tracce di bellezza che renderanno comunque indimenticabile questa avventura verso l'ignoto. Il futuro è dei curiosi di professione.